domenica 3 Agosto 2025
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Comune di Bari

Turismo in Puglia: l’imposta di soggiorno fa boom, +30%

Nel 2024, il panorama del turismo pugliese ha visto un significativo incremento delle entrate derivanti dall’imposta di soggiorno, raggiungendo complessivamente 23 milioni di euro.
Questa cifra, in crescita del 30% rispetto all’anno precedente, testimonia una tendenza consolidata e rafforzata nell’adozione di questo strumento finanziario da parte dei comuni della regione.
Un fattore determinante in questa dinamica positiva è stata l’introduzione dell’imposta a Bari, avvenuta nell’ottobre 2023, che ha rapidamente contribuito a incrementare il gettito complessivo.

Bari si distingue come il comune che ha generato il maggior incasso, superando i 3,6 milioni di euro, evidenziando l’importanza strategica del capoluogo nel contesto turistico regionale.
Vieste, con 3,3 milioni di euro, conferma il suo appeal turistico, seguita da Lecce (1,8 milioni), Fasano (1,4 milioni), quest’ultima erede di un’immagine potenziata dall’organizzazione del G7 nel 2024.

L’analisi dettagliata, curata dal Centro Studi Enti Locali attraverso la correlazione di dati provenienti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), dalla Banca d’Italia e dall’ISTAT, offre una fotografia precisa dell’andamento finanziario dei comuni pugliesi.

Tuttavia, l’andamento non è uniforme.

Vieste e Fasano, pur rimanendo località di spicco, presentano una lieve flessione rispetto al 2023.
La diminuzione di Vieste si attesta all’1%, mentre Fasano registra un calo del 4%, fenomeno che merita ulteriori approfondimenti per comprendere le cause sottostanti e implementare strategie di mitigazione.

Questi dati suggeriscono che la sola introduzione dell’imposta non è sufficiente a garantire una crescita continua e che è fondamentale monitorare costantemente le dinamiche del mercato turistico e l’impatto delle politiche locali.

Monopoli e Polignano a Mare si avvicinano al traguardo del milione di euro di incassi (996 mila e 943 mila euro rispettivamente), confermando la loro rilevanza nel circuito turistico della regione.
Al contrario, Brindisi e Taranto, capoluoghi di provincia, risultano con incassi inferiori rispetto ad altri centri, con 443 mila e 306 mila euro rispettivamente.

Questa disparità sottolinea la necessità di interventi mirati per promuovere lo sviluppo turistico anche in queste aree, incentivando l’offerta di servizi e l’attrattiva del territorio.

L’adozione dell’imposta di soggiorno ha conosciuto una crescita significativa negli ultimi cinque anni.

Nel 2020, i comuni pugliesi che avevano implementato l’imposta erano 35, mentre a dicembre 2024 il numero è salito a 50.

Questo aumento riflette una crescente consapevolezza da parte degli enti locali dell’importanza di diversificare le fonti di finanziamento e di utilizzare le risorse generate dal turismo per migliorare i servizi offerti ai residenti e ai visitatori, investendo in infrastrutture, promozione del territorio e interventi di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.
La tendenza suggerisce una progressiva “europeizzazione” delle politiche fiscali locali, allineandosi con modelli già consolidati in altre regioni italiane e in contesti internazionali.

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