Il “Festival Giornalisti del Mediterraneo”, giunto alla diciassettesima edizione, si configurerà quest’anno come un’occasione cruciale per decostruire le narrazioni dominanti e rileggere le sfide che investono il nostro tempo.
Dal 3 al 6 settembre, Largo Porta Alfonsina a Otranto, custode di secoli di storia, diventerà un palcoscenico di riflessione profonda, un punto di convergenza per giornalisti, intellettuali e operatori del settore chiamati ad analizzare le dinamiche complesse che caratterizzano il Mediterraneo e il mondo intero.
L’agenda prevede un esame approfondito di conflitti irrisolti, come la drammatica situazione in Medio Oriente, terreno di tensioni ancestrali e nuove ingerenze geopolitiche, e l’impatto devastante della guerra in Ucraina, che ha riacceso le dinamiche di conflitto e rimesso in discussione l’ordine internazionale.
Ma il festival non si limiterà a questi eventi macroscopici.
Si affronterà la questione del diritto di cronaca nell’era digitale, un diritto sempre più fragile e spesso invocato, ma al contempo minacciato da censure, disinformazione e strumentalizzazioni.
L’importanza di un giornalismo indipendente, capace di resistere alle pressioni politiche ed economiche e di offrire una voce libera e autorevole, sarà un tema centrale.
Il prestigioso “Premio Caravella del Mediterraneo”, un riconoscimento a chi si distingue per l’impegno nella difesa dei valori universali, sarà assegnato quest’anno a figure emblematiche: Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, testimone privilegiato delle sofferenze e delle speranze di una terra sacra, e Nello Scavo, inviato speciale di Avvenire, cronista lucido e coraggioso di conflitti globali, capace di restituire al pubblico immagini e storie che altrimenti rimarrebbero nell’ombra.
La cerimonia del 6 settembre vedrà la consegna di ulteriori riconoscimenti a Guido Geremia, Comandante della Guardia di Finanza per la Puglia, per il suo ruolo nella tutela del territorio e nella lotta alle illegalità; alle giornaliste Mariangela Pira e Silvia De Santis, esempi di rigore professionale e capacità di cronaca; a Monsignor Francesco Neri, Vescovo di Otranto, per il suo impegno pastorale e sociale; e ad Alessandro Sallusti, direttore de “Il Giornale”, in un tentativo di rappresentare, seppur in contesti ideologici diversi, le molteplici voci che compongono il panorama giornalistico contemporaneo.
Come sottolinea Tommaso Forte, ideatore del festival, “fare il punto sul nostro lavoro” è essenziale per salvaguardare l’autonomia, l’imparzialità e la sicurezza della professione.
Otranto, con la sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, rappresenta un luogo simbolico per un simile confronto.
Il sindaco Francesco Bruni evoca la tradizione di Otranto come crocevia di popoli, religioni e culture, auspicando che la voce del festival possa contribuire a promuovere la pace e il dialogo nel bacino del Mediterraneo, contrapponendosi all’orrore della guerra.
Il festival si propone, dunque, come un faro di speranza e un invito a una riflessione profonda sulle sfide del nostro tempo, auspicando un futuro di convivenza pacifica e comprensione reciproca.