16 marzo 2024 – 20:45
Il patrimonio artistico italiano è al centro di una controversia che coinvolge otto importanti quadri detenuti illegalmente nel museo nazionale di Serbia, a Belgrado. Secondo la procura di Bologna, questi dipinti, che vanno da Paolo Veneziano a Spinello Aretino, sono stati misteriosamente trasferiti in Serbia subito dopo la Seconda guerra mondiale. Dopo anni di indagini e richieste di restituzione respinte dalle autorità serbe, si scopre ora che potrebbero essere ben 17 i quadri coinvolti nella vicenda.L’inchiesta condotta dai giornalisti Tommaso Romanin e Vincenzo Sinapi nel libro “Bottino di guerra” rivela nuovi dettagli su come i dipinti siano finiti a Belgrado. Un appuntato dei carabinieri della Tutela del patrimonio culturale di Firenze ha fatto una scoperta sorprendente durante una ricerca online nel 2014: uno dei quadri esposti in una mostra a Bari e Bologna negli anni 2004-2005 era stato acquistato da Hermann Goering, il braccio destro di Hitler, durante la guerra e illegalmente esportato in Germania. Le indagini hanno rivelato che altri sette dipinti avevano seguito lo stesso percorso.Questi otto “prigionieri di guerra” facevano parte di un gruppo di 166 oggetti trafugati dal Central Collecting Point di Monaco di Baviera nel 1949 da Ante Topic Mimara e finirono tutti a Belgrado. L’indagine condotta dalla procura bolognese sotto la guida del pm Roberto Ceroni ha portato a una sentenza emessa dal giudice Gianluca Petragnani Gelosi ormai definitiva. Tuttavia, il numero dei quadri coinvolti potrebbe essere superiore a quanto si pensasse inizialmente.La lotta per il recupero di questi capolavori dell’arte italiana continua, con la speranza che alla fine possano tornare nella loro patria d’origine e che giustizia sia fatta per il furto subito durante quegli anni bui della storia europea.