Rimini, 27 Ottobre – Un’udienza conclusiva ha segnato la chiusura, con archiviazione, dell’indagine che coinvolgeva il luogotenente dei Carabinieri Luciano Masini, comandante della stazione di Verucchio, a seguito del tragico evento del 31 dicembre.
La decisione, presieduta dalla giudice per le indagini preliminari Raffaella Ceccarelli, recepisce la richiesta avanzata dalla Procura di Rimini, la quale, a giugno, aveva formulato un’ipotesi accusatoria che, dopo un’approfondita analisi delle evidenze, si è rivelata non sostenibile in sede processuale.
L’evento, che ha gettato un’ombra sulla città, aveva portato all’improvvisa perdita di Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, un giovane di ventitré anni di origine egiziana.
Il contesto era quello del tradizionale festeggiamento di Capodanno, un momento di presunta allegria che si è trasformato in una spirale di violenza inaspettata.
Le indagini, protrattesi per diversi mesi, hanno vagliato a fondo la dinamica dei fatti, raccogliendo testimonianze, analizzando referti medici e ricostruendo la sequenza degli eventi.
La ricostruzione presentata dalla Procura, che ha portato alla richiesta di archiviazione, suggerisce un quadro complesso e drammatico.
Secondo l’analisi degli inquirenti, il luogotenente Masini, nel tentativo di gestire una situazione di crescente tensione e pericolo, si è trovato ad agire in una condizione di necessità e urgenza, sparando contro il giovane egiziano.
Le evidenze raccolte indicano che Sitta, prima di essere colpito, aveva precedentemente aggredito e ferito altre quattro persone, rendendo la risposta del carabiniere, pur tragica, potenzialmente giustificabile ai sensi dell’art.
52 del Codice Penale, che disciplina la legittima difesa.
Questa conclusione non elimina la gravità del decesso e la sofferenza dei familiari della vittima, il cui dolore resta una ferita aperta per la comunità.
Al contempo, sottolinea la delicatezza del ruolo delle forze dell’ordine, spesso chiamate a intervenire in situazioni di emergenza con decisioni rapide e in condizioni di stress elevato.
L’archiviazione dell’indagine, sebbene chiuda formalmente il procedimento penale a carico del luogotenente Masini, solleva interrogativi più ampi sulla gestione della sicurezza pubblica, sulla prevenzione della criminalità e sulla necessità di fornire adeguata formazione e supporto psicologico agli operatori delle forze dell’ordine, in modo da minimizzare il rischio di eventi tragici come questo.
La vicenda, inoltre, riapre il dibattito sulla crescente complessità del fenomeno dell’immigrazione e sulle sfide che ne derivano per l’integrazione sociale e la sicurezza delle comunità locali.






