BOLOGNA, 26 AGOSTO – Un’iniziativa di sensibilizzazione, promossa da un gruppo di professionisti sanitari, ha suscitato un acceso dibattito e interrogazioni politiche dopo essere stata ripresa dal sito web dell’Ausl di Bologna.
L’iniziativa, denominata “Sanitari per Gaza”, invita a una Giornata Nazionale di Digiuno, prevista per il 28 agosto, come forma di protesta contro la violenza e le conseguenze umanitarie del conflitto in corso.
La comunicazione dell’Ausl, pubblicata in posizione di rilievo sul proprio sito istituzionale, esplicita che l’adesione all’iniziativa è del tutto volontaria e personale.
Gli operatori sanitari che desiderano partecipare sono invitati a documentare la loro azione con una fotografia, ritraendo un cartello che recita “Digiuno contro il genocidio a Gaza”, e a condividerla sui social media utilizzando l’hashtag #digiunogaza.
L’obiettivo è amplificare il messaggio e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità della situazione umanitaria in Palestina.
La scelta dell’Ausl di Bologna di dare visibilità a questa iniziativa ha sollevato forti perplessità e portato all’apertura di un’interrogazione alla Giunta regionale da parte di Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia.
La politica ha espresso preoccupazione per il potenziale impatto di tale comunicazione sull’immagine e sulla credibilità dell’ente pubblico, sottolineando come la Pubblica Amministrazione debba garantire l’imparzialità e la fiducia da parte di cittadini e operatori.
Un elemento centrale della polemica riguarda le richieste esplicite contenute nel modulo di adesione all’iniziativa.
Queste includono la sospensione immediata di qualsiasi accordo militare e di fornitura di armi da parte dell’Italia verso Israele; la richiesta formale di riconoscimento del genocidio da parte di istituzioni sanitarie, ordini professionali, università e centri di ricerca; e l’adesione a una campagna di boicottaggio nei confronti della compagnia farmaceutica israeliana Teva.
Pur riconoscendo la profonda sofferenza e il dramma umanitario che affliggono la popolazione palestinese, Evangelisti ha richiamato i principi cardine che regolano la comunicazione istituzionale, sanciti dall’articolo 97 della Costituzione italiana.
Tale articolo impone alla Pubblica Amministrazione di operare in modo imparziale, corretto e trasparente, evitando qualsiasi forma di strumentalizzazione politica o di presa di posizione ideologica.
La comunicazione dell’Ausl, a suo avviso, rischia di compromettere tale equilibrio, esprimendo un giudizio di valore che non rientra nelle competenze di un ente pubblico.
L’episodio apre un ampio dibattito sull’equilibrio tra la libertà di espressione degli operatori sanitari, il diritto alla protesta e i doveri di neutralità e imparzialità che gravano sulle istituzioni pubbliche, soprattutto in contesti geopolitici sensibili e complessi come quello israelo-palestinese.
La vicenda pone interrogativi fondamentali sul ruolo della comunicazione istituzionale e sulla sua capacità di rappresentare, al contempo, la sensibilità del personale e il rispetto dei principi costituzionali.