Emilia-Romagna: Un Modello di Prevenzione Oncologica e l’Importanza di Ampliare l’Adesione agli ScreeningL’Emilia-Romagna si distingue come regione all’avanguardia nella lotta contro i tumori, grazie a un sistema di prevenzione oncologica integrato ed efficace.
I dati presentati recentemente evidenziano una correlazione diretta tra l’offerta di screening gratuiti e la significativa riduzione sia dell’incidenza che della mortalità per tumore del collo dell’utero, mammella e colon-retto.
L’impatto degli screening del collo dell’utero si traduce in una diminuzione del 40% dell’incidenza e del 50% della mortalità.
Analogamente, lo screening mammografico si rivela cruciale, riducendo la mortalità del 56% e diminuendo la presenza di forme avanzate di carcinoma del 26%.
Il colon-retto, un tumore che rappresenta la seconda causa di mortalità oncologica a livello regionale e nazionale, beneficia di un’abbassamento della mortalità del 65% negli uomini e del 54% nelle donne, con una riduzione della sua incidenza rispettivamente del 33% e del 21%.
L’offerta di questi screening gratuiti è un pilastro del Servizio Sanitario Regionale, attivo da quasi tre decenni per il collo dell’utero (donne dai 25 ai 64 anni) e la mammella (donne dai 45 ai 74 anni), e da vent’anni per il colon-retto, esteso recentemente alla fascia d’età 70-74, riconoscendo l’importanza di ampliare la copertura.
Nonostante i risultati incoraggianti, l’adesione allo screening del colon-retto rimane un punto critico, con una percentuale di partecipazione che si attesta al 53,3%.
Per affrontare questa sfida, la Regione lancia una nuova campagna di comunicazione, volta a sensibilizzare la popolazione e a stimolare una maggiore partecipazione.
L’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi, sottolinea come la diagnosi precoce, resa possibile dagli screening, aumenti significativamente le probabilità di guarigione e riduca la mortalità.
Oltre a individuare i tumori in fase iniziale, gli screening permettono di identificare e trattare lesioni precancerose, contribuendo a prevenire la comparsa di nuovi tumori.
L’impegno della Regione è costante nel garantire e rafforzare i programmi di prevenzione, ma Fabi evidenzia con chiarezza che un ruolo fondamentale spetta alla consapevolezza e alla responsabilità dei cittadini.
Superare la resistenza e incoraggiare l’adesione del 47% della popolazione che attualmente non partecipa agli screening del colon-retto avrebbe un impatto significativo sulla riduzione del carico di malattia, con benefici tangibili sia dal punto di vista clinico che economico.
La prevenzione non è un obbligo, ma un investimento nella salute e nel futuro.








