La vicenda della tragica scomparsa di Pierina Paganelli, assassinata nel suo garage a Rimini, continua a generare un’ondata di reazioni e, purtroppo, di strumentalizzazioni online.
A seguito di un esposto-querela presentato dai legali della famiglia, si contano potenzialmente decine di persone indagate per aver perpetrato attacchi verbali e diffamazioni nei confronti dei familiari della donna, un fenomeno che i difensori definiscono come una precisa e premeditata strategia di manipolazione dell’opinione pubblica.
Gli avvocati Monica Lunedei, Marco Lunedei e Alfredo Andrea Scifo hanno presentato alla Procura una documentazione corposa che evidenzia come i commenti diffusi sul web non siano frutto di reazioni spontanee, bensì parte di un piano volto ad erodere la credibilità della famiglia Paganelli e a influenzare l’esito del processo a carico di Louis Dassilva, unico imputato per l’omicidio.
Questa strategia, secondo l’avvocata Lunedei, emerge chiaramente dagli atti di indagine, in particolare dalle intercettazioni che documentano i colloqui tra Dassilva e la sua compagna, Valeria Bartolucci.
Bartolucci, a quanto pare, ha più volte espresso la sua convinzione che nell’omicidio fossero coinvolti più soggetti, alimentando teorie cospirazioniste che, di fatto, mirano a confondere la narrazione dei fatti.
Un aspetto particolarmente grave è la campagna di delegittimazione rivolta alla nipote di Pierina, una giovane minorenne al momento dei fatti, la cui reputazione è stata deliberatamente attaccata con insinuazioni e accuse infondate.
Questa condotta, inaccettabile e riprovevole, testimonia una profonda mancanza di rispetto per la vittima e per i suoi cari, spingendo i legali ad agire con fermezza per tutelarne i diritti e la dignità.
L’indagine, coordinata dalla sostituta procuratrice Alessia Mussi, si sta ampliando rapidamente, coinvolgendo ulteriori professionisti legali e generando un numero crescente di iscrizioni nel registro degli indagati.
L’obiettivo primario è garantire un processo equo e sereno, libero da pressioni esterne e da manipolazioni mediatiche.
In vista della prossima udienza preliminare in Corte d’Assise, Chiara Saponi, figlia della vittima, ha espresso il desiderio di un ritrovato senso di umanità e rispetto all’interno del tribunale.
“In un luogo così solenne, parlando di una madre e una donna strappata via con violenza, ci si aspetterebbe un minimo di empatia”, ha dichiarato.
“L’empatia non può essere imposta, ma il rispetto per il luogo e per la gravità del tema che si affronta, è un dovere”.
La sua testimonianza sottolinea la necessità di un approccio più umano e compassionevole, riconoscendo la sofferenza della famiglia e onorando la memoria di Pierina Paganelli.
La vicenda solleva inoltre interrogativi profondi sull’impatto dei social media, la responsabilità delle piattaforme online e la necessità di un maggiore controllo sulla diffusione di notizie false e di contenuti offensivi.






