mercoledì 6 Agosto 2025
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Rimodulazione rimborsi sanitari: la Regione Emilia-Romagna annulla la delibera.

La Regione Emilia-Romagna si appresta a ridefinire il suo rapporto con il settore sanitario privato, avviando un percorso di autotutela volto all’annullamento della delibera del 2024 che disciplinava i rimborsi per la mobilità sanitaria e i ristori post-pandemia.

Questa decisione, presa dalla giunta guidata da Michele De Pascale, segna un punto di svolta in una complessa vicenda segnata da vincoli normativi, limiti finanziari e un contesto politico delicato.

La delibera incriminata, approvata in un momento storico particolarmente delicato – durante il periodo di “prorogatio” immediatamente precedente le elezioni regionali – presentava una falla strutturale: l’assenza di una preventiva allocazione di risorse aggiuntive.
Tale omissione rendeva l’applicazione della norma intrinsecamente insostenibile, poiché le spese derivanti avrebbero superato i margini di manovra stabiliti dalla legislazione nazionale in materia di stabilità finanziaria e di indennizzi legati all’emergenza Covid-19.

Il quadro legislativo nazionale, infatti, consente alle regioni di prevedere forme di ristoro per le strutture private accreditate, ma subordinandole a procedure diverse da quelle proposte dalla delibera regionale.
L’impossibilità di dare attuazione alla delibera si è concretizzata con il mancato recepimento da parte delle Ausl locali, evidenziando un disallineamento tra le intenzioni della giunta e la fattibilità pratica.

Durante gli anni della pandemia, la Regione ha dimostrato un impegno costante nel garantire la sostenibilità complessiva del sistema sanitario regionale, un impegno che si è tradotto, tra l’altro, in un acconto cassa destinato alle strutture private accreditate, finalizzato a mitigare le difficoltà di liquidità nella fase più acuta dell’emergenza.

Tale misura, seppur temporanea, ha contribuito a sostenere un settore cruciale per l’erogazione dei servizi sanitari.

Successivamente, l’intervento legislativo nazionale ha definito con maggiore precisione le modalità di ristoro per le strutture private accreditate, consentendo un rimborso fino al 90% del budget 2020, indipendentemente dal raggiungimento di tale cifra.
La delibera del 2024, nel tentativo di adeguarsi a tali disposizioni, si è rivelata incompatibile sia con la normativa nazionale che con le delibere regionali precedenti, generando una situazione di inapplicabilità.

L’avvio del procedimento di autotutela riflette una volontà di trasparenza e responsabilità da parte dell’amministrazione regionale.
Si tratta di un atto che testimonia la capacità di un’amministrazione virtuosa nell’individuare e correggere errori, senza nascondersi dietro giustificazioni pretestuose.

Questo gesto sottolinea l’impegno a perseguire un percorso di collaborazione costruttiva con il settore privato accreditato, mirando a definire un quadro normativo chiaro, sostenibile e conforme alla legge, che risponda alle esigenze di tutti gli attori coinvolti nel sistema sanitario regionale.

Il percorso di autotutela è dunque un passo necessario per ripensare e rimodulare le politiche di rimborso, orientandosi verso soluzioni più realistiche e praticabili, nel rispetto dei vincoli finanziari e delle normative vigenti.

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