Un pilastro per la sanità territoriale: la conferma dell’impegno dei medici di medicina generale in Emilia-RomagnaLa sanità territoriale emiliano-romagnola consolida il suo tessuto congiunturale grazie alla proroga degli accordi tra la Regione e le principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale (Fimmg, Snami, Smi, Cisl Medici e Fmt). Questo rinnovo, che estende le attività fino al 30 aprile 2026 per le vaccinazioni e al 30 giugno 2026 per l’assistenza primaria e penitenziaria, rappresenta un atto di continuità cruciale per la stabilità del sistema sanitario regionale e una risposta concreta alla crescente complessità delle esigenze di salute della popolazione.L’impegno dei medici di medicina generale si articola in due direttrici fondamentali. La prima, relativa alle vaccinazioni, vede i medici di famiglia operare come punti nodali di una rete capillare, distribuita sul territorio, capace di raggiungere efficacemente ogni fascia d’età e condizione sociale. Il programma vaccinale prorogato include misure di prevenzione contro patologie infettive di rilevanza epidemiologica come il Covid-19, l’influenza, la pneumococco, l’Herpes Zoster, la difterite, il tetano e la pertosse. Questa strategia, rafforzata dalla presenza dei medici di base, mira a massimizzare la copertura vaccinale e a ridurre il rischio di epidemie, contribuendo a tutelare la salute individuale e collettiva.La seconda direttrice, altrettanto significativa, concerne l’assistenza primaria, l’emergenza sanitaria territoriale e, in maniera particolare, l’assistenza all’interno degli istituti penitenziari. In un contesto caratterizzato da un invecchiamento della popolazione, dalla crescente prevalenza di patologie croniche e dalla necessità di un approccio integrato alla salute, il ruolo dei medici di medicina generale si rivela essenziale. L’assistenza primaria, per sua natura, richiede flessibilità, capacità di coordinamento e una profonda conoscenza del contesto sociale e culturale in cui i pazienti vivono. L’estensione dell’assistenza agli istituti penitenziari sottolinea l’importanza di garantire l’accesso alle cure anche per le fasce di popolazione più vulnerabili, promuovendo una visione inclusiva della salute.La proroga degli accordi, come evidenziato dalla Regione, si rende necessaria per evitare discontinuità nei servizi sanitari essenziali, in attesa della definizione di un nuovo accordo integrativo regionale, basato sull’accordo collettivo nazionale del 4 aprile 2024. Tuttavia, la decisione si inserisce in un quadro più ampio, segnato da una grave carenza di medici di medicina generale convenzionati, una problematica che affligge non solo l’Emilia-Romagna, ma l’intero sistema sanitario nazionale. Questa carenza evidenzia la necessità urgente di implementare misure volte a incentivare l’ingresso in ruolo di nuovi medici e a migliorare le condizioni di lavoro per quelli già operanti, al fine di garantire la sostenibilità del modello di assistenza territoriale e di preservare la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. Il futuro della sanità emiliano-romagnola, e più in generale italiana, passa imprescindibilmente dalla valorizzazione e dal supporto dei medici di medicina generale, pilastri fondamentali del sistema di cura.