lunedì 18 Agosto 2025
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Silenzio a Bologna: Interrogatorio a Faiez, accusato per la morte di Bellinetti.

L’ombra del silenzio ha avvolto l’interrogatorio di garanzia di Selmi Faiez, il 38enne tunisino al centro di una vicenda che ha scosso Bologna.
L’uomo, accusato di maltrattamenti in famiglia e di istigazione al suicidio a carico di Tania Bellinetti, la sua compagna, deceduta tragicamente l’8 aprile scorso, ha esercitato il diritto di non rispondere, una scelta strategica, come spesso accade in queste circostanze complesse, volta a preservare la propria posizione in vista di un eventuale processo.
L’interrogatorio, condotto in modalità di videoconferenza dal carcere romano di Rebibbia, dove Faiez è detenuto dal 11 agosto, si è svolto dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari Roberta Malavasi.
Il trasferimento in Italia, a seguito dell’arresto operato dall’Interpol a Rennes, in Francia, il 23 luglio, testimonia l’efficacia della collaborazione transnazionale tra le forze dell’ordine, in particolare con la Squadra Mobile di Bologna che aveva avviato le indagini.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa a dicembre 2024 per maltrattamenti, aveva reso Faiez latitante.
La sua fuga, con l’aiuto di una complice attraverso il confine di Ventimiglia, e la successiva cattura in Francia, evidenziano la volontà di sottrarsi alla giustizia e la complessità delle indagini.

L’evento ha riacceso il dibattito sulla necessità di rafforzare la cooperazione giudiziaria internazionale per contrastare la fuga di presunti responsabili di reati in danno di donne.
L’avvocato Emanuele Federici, difensore di Faiez, ha sottolineato la delicatezza della situazione, ammettendo di essere riuscito a parlare con il suo assistito solo per pochi minuti, e sottolineando la necessità di un’analisi approfondita degli atti processuali.
La sua reticenza, come spesso accade, è sintomatica di una strategia difensiva volta a evitare di compromettere la posizione del suo cliente.

Oltre all’accusa di maltrattamenti, la Procura di Bologna sta conducendo un’indagine più ampia, con l’ipotesi di istigazione al suicidio, un reato che, in caso di accertamento, aggraverebbe significativamente la posizione di Faiez.
Gli inquirenti sperano di poterlo interrogare anche su questo aspetto, cercando di ricostruire la dinamica degli eventi che hanno portato alla tragica scomparsa di Tania Bellinetti.
Le loro dichiarazioni potrebbero fornire elementi cruciali per chiarire le circostanze della morte e valutare la responsabilità di Faiez.

La vicenda, carica di dolore e interrogativi, pone al centro la violenza di genere e la necessità di proteggere le donne vittime di abusi, garantendo loro un sostegno adeguato e percorsi di uscita dalla condizione di dipendenza e paura.

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