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Balla a Parma: Luce, Futuro e Innovazione in una Grande Mostra

L’eccezionale mostra “Giacomo Balla: Tracce di Luce, Echi di Futuro”, in viaggio dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma a Parma, al Palazzo del Governatore dal 10 ottobre al 1° febbraio, offre una rara opportunità di immergersi nell’universo artistico di un intellettuale e pittore rivoluzionario.
Questa esposizione itinerante, che riunisce oltre sessanta opere, costituisce il più ampio nucleo pubblico del percorso creativo di Balla (Torino, 1871-Roma, 1958), figura cardine del panorama artistico novecentesco, tanto da suscitare paragoni con il genio leonardesco, testimonianza della sua visione profetica e della sua capacità di innovazione.
La luce, non semplicemente come soggetto rappresentativo, ma come principio strutturale e motore dell’indagine estetica, permea l’intera produzione di Balla, alimentando una ricerca incessante e multiforme.

La mostra, frutto della sinergia tra il Comune di Parma e la GNAM, è stata curata da Cesare Biasini Selvaggi e Renata Cristina Mazzantini, con il contributo fondamentale di Elena Gigli, e supportata da Fondazione Cariparma, Regione Emilia-Romagna e Solares Fondazione delle Arti.
Un elemento imprescindibile è rappresentato dalla generosa donazione delle figlie Elica e Luce Balla, ampliata da ulteriori selezioni curate da Maurizio Fagiolo dell’Arco, eminente studioso dell’artista, che hanno permesso di ricostruire l’evoluzione del suo pensiero e della sua pratica artistica.
L’itinerario espositivo, articolato in tredici sale tematiche e cronologiche, non si limita a presentare le opere, ma intende svelare il processo di pensiero che le ha generate.
Si parte dalle prime fasi, caratterizzate da un realismo sociale e divisionista, per poi immergersi nel cuore dell’esperienza futurista, un movimento che Balla contribuì a definire con i suoi manifesti, condividendo un terreno comune con figure come Marinetti, Boccioni, Carrà e Russolo.

Questi documenti programmatici, esposti in mostra, offrono uno sguardo privilegiato sulle radici ideologiche e le ambizioni trasgressive di un movimento che mirava a rompere con il passato e a celebrare la velocità, la macchina e la modernità.

Il percorso prosegue poi verso una stagione inattesa, che segna un punto di svolta nella carriera di Balla: un ritorno alla figurazione, un’indagine sulla percezione e l’illusione ottica, un’esplorazione del rapporto tra forma, colore e movimento che anticipa concetti chiave dell’arte successiva.

Materiale iconografico, documenti biografici e storici provenienti dall’Archivio Gigli illuminano questo cammino, rivelando la costante ricerca di Balla verso nuove forme espressive e una profonda comprensione del potenziale della luce come linguaggio universale.

La mostra, quindi, non è solo una retrospettiva, ma un invito a riflettere sulla natura della creatività e sulla sua capacità di trascendere i confini temporali e culturali.

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