Il futuro dell’industria automobilistica italiana, fulcro strategico del Made in Italy, è al centro di un’istanza congiunta e determinata.
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Antonio Filosa, Amministratore Delegato di Stellantis, e Roberto Vavassori, Presidente dell’Associazione Nazionale Filiera Veicoli Elettrici (Anfia), hanno espresso, in un incontro significativo presso Palazzo Piacentini, la necessità impellente di tradurre le discussioni attuali in azioni concrete a livello europeo.
Il dialogo, incentrato sulle sfide e le opportunità che plasmano il panorama automobilistico, ha evidenziato un punto cruciale: la revisione urgente delle normative europee relative ai veicoli commerciali.
Le attuali disposizioni, considerate non sostenibili e potenzialmente dannose per la competitività del settore, necessitano di un ripensamento radicale che tenga conto delle specificità del mercato italiano e delle peculiarità delle sue aziende.
L’obsolescenza di tali regolamenti rischia di compromettere la vitalità di un comparto industriale di primaria importanza per l’economia nazionale.
Parallelamente, la discussione si è focalizzata sulla produzione di autovetture di piccole dimensioni, un segmento di mercato particolarmente rilevante per l’Italia e che richiede un sostegno mirato.
La promozione di un’evoluzione normativa in questo ambito si configura come essenziale per garantire la continuità di una produzione che incarna la tradizione e l’ingegnosità italiana, rispondendo a una domanda specifica e spesso trascurata dalle dinamiche globali.
L’incontro ha sancito un impegno condiviso a perseguire un approccio pragmatico e orientato ai risultati.
Il Ministro Urso, il manager Filosa e il rappresentante Vavassori si sono accordati per un prossimo aggiornamento dello studio sulla competitività della filiera, analizzando dati e tendenze per definire strategie più efficaci.
Al contempo, si è ribadita l’intenzione di intensificare il confronto con la Commissione Europea e con gli Stati membri, spingendo per un ritorno alla neutralità tecnologica e per una maggiore flessibilità nelle regolamentazioni relative alle emissioni di CO2, sia per i veicoli leggeri che per quelli pesanti.
Questa richiesta non mira a un allentamento indiscriminato delle normative, bensì a un quadro normativo che stimoli l’innovazione, favorisca la transizione verso una mobilità sostenibile e preservi al contempo la competitività delle imprese italiane, garantendo la salvaguardia di posti di lavoro e la prosperità del territorio.
Il focus è la ricerca di un equilibrio dinamico, che permetta all’industria di evolversi in modo responsabile e sostenibile, senza essere soffocata da vincoli eccessivamente rigidi.