Lavori cruciali per la complessa operazione di dismissione dell’ex centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, sono in avanzata fase: è iniziata la demolizione della copertura del deposito temporaneo Ersma, un intervento che segna una tappa significativa nel lungo e delicato percorso di bonifica del sito.
La demolizione, programmata per concludersi entro l’autunno, prevede la rimozione di massicci blocchi di cemento armato, pesanti circa 20 tonnellate ciascuno, che verranno gestiti con precisione attraverso tecniche avanzate.
L’obiettivo finale è la completa ristrutturazione del deposito, prevista per il 2027, con l’entrata in esercizio prevista nel primo semestre del 2028.
Il deposito Ersma, una volta rinnovato, avrà una capacità incrementata a 2.
100 metri cubi, destinata esclusivamente all’accoglienza di rifiuti radioattivi a bassa e media attività.
Questi derivano non solo dalle attività di dismissione correnti, ma anche dalle future operazioni di smantellamento del reattore, un intervento di portata elevata che richiede una gestione attenta e preparata.
La scelta di una struttura dedicata e ampliata riflette la necessità di una soluzione di stoccaggio temporaneo flessibile e sicura, in grado di rispondere alle esigenze in evoluzione del processo di dismissione.
Le operazioni in corso, spiegate da Sogin, la società pubblica incaricata della dismissione, utilizzano una tecnica di taglio a disco e filo diamantato, un metodo che minimizza i rischi e massimizza la precisione, coadiuvato dall’impiego di una gru di sollevamento.
La quantità di materiale da smaltire si quantifica in 1.
860 tonnellate tra cemento e materiale metallico, evidenziando l’impatto logistico e ambientale di questa fase.
Il progetto di ristrutturazione del deposito Ersma non si limita alla semplice rimozione e ricostruzione.
Prevede un intervento complesso che include la decontaminazione e demolizione dei sistemi e delle opere civili interne, preservando però le strutture perimetrali esterne.
La nuova planimetria interna, caratterizzata da due campate di 20 metri, è stata progettata per ottimizzare la capacità di stoccaggio e migliorare i flussi di lavoro.
Questo approccio ingegneristico mira a garantire non solo la sicurezza, ma anche l’efficienza operativa del deposito.
La progressione dei lavori è stata oggetto di discussione nel “Tavolo per la Trasparenza sulla Dismissione” della centrale nucleare, un forum istituzionale cruciale per il coinvolgimento delle comunità locali e la verifica dell’aderenza ai più elevati standard di sicurezza.
Alla riunione, presieduta dall’Assessora Regionale all’Ambiente, Irene Priolo, hanno partecipato rappresentanti degli enti locali, il management di Sogin, funzionari dell’Istituto Superiore per la Protezione e il Ricerca Ambientale (ISPRA), l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), e l’Agenzia Regionale per la Prevenzione dell’Inquinamento e la Tutela dell’Ambiente (ARPAE).
Questo tavolo di confronto sottolinea l’impegno per la massima trasparenza e il dialogo continuo con tutte le parti interessate, elementi imprescindibili per affrontare una sfida complessa come la dismissione di una centrale nucleare.