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lunedì 3 Novembre 2025

Emilia-Romagna: Resilienza Imprenditoriale, +862 Nuove Imprese

Nel terzo trimestre dell’anno, l’Emilia-Romagna registra un delicato, seppur significativo, segnale di resilienza nel tessuto imprenditoriale regionale.
Un saldo positivo di 862 nuove imprese, frutto di 4.526 aperture e 3.664 cessazioni, porta il totale delle attività economiche attive a 432.563 al 30 settembre.

Questo dato, elaborato da Unioncamere Emilia-Romagna sulla base dei registri delle Camere di Commercio (Movimprese), riflette un quadro complesso, caratterizzato da una lenta ripresa che si confronta con un contesto economico nazionale in evoluzione.
Pur in un anno segnato da incertezze globali, le aperture si attestano a livelli minimi degli ultimi dieci anni, un dato che invita a una lettura cauta, ma che denota anche una capacità di adattamento degli imprenditori locali.

Il dato regionale si inserisce in un trend nazionale leggermente più positivo (+0,29%), con la Lombardia che si distingue per una performance ancora più vigorosa (+0,35%).

L’analisi settoriale rivela dinamiche contrastanti.
Il comparto agricolo, silvicolo e della pesca continua a contrarsi (-65 imprese), evidenziando le sfide strutturali che gravano su questi settori.
L’industria, pur mostrando una sostanziale stabilità, nasconde tensioni interne.
Le costruzioni, al contrario, trainate in particolare dalle attività di lavori specializzati e dalla crescente domanda di ristrutturazioni, mostrano un’espansione significativa (+309).
All’interno del manifatturiero, si segnalano segnali di vitalità nelle riparazioni e manutenzioni di macchinari, mentre alcuni comparti tradizionali, come la pelletteria e l’industria del legno, faticano a mantenere la competitività.
Il settore dei servizi, tradizionalmente motore di crescita, registra un saldo positivo (+853), ma non esente da criticità.

Il commercio all’ingrosso e al dettaglio, ad esempio, subisce un calo di imprese, probabilmente a causa delle mutate abitudini di consumo e della crescente concorrenza dell’e-commerce.

In controtendenza, spiccano le attività finanziarie e assicurative (+146), immobiliari (+135), professionali e tecniche (+129), che riflettono la crescente domanda di servizi specializzati in un’economia in trasformazione.

Anche il settore dell’alloggio e della ristorazione, cruciale per il turismo regionale, mostra segnali di ripresa (+104).

Sul fronte delle forme giuridiche, si assiste a una ripresa delle società di capitale (+833), indicando una preferenza per strutture aziendali più complesse e con maggiori capacità di investimento.

Inaspettatamente, si registra anche un aumento delle ditte individuali (+255), segno forse di una nuova ondata di microimprenditorialità, spesso legata a competenze specifiche e flessibilità operativa.
Le società di persone, invece, continuano a diminuire (-183), forse a causa di problematiche legate alla responsabilità illimitata e alla difficoltà di gestione.
In sintesi, il quadro imprenditoriale emiliano-romagnolo si presenta come un mosaico di luci e ombre.

La resilienza dimostrata dalla regione, seppur in un contesto difficile, suggerisce una capacità di adattamento e un potenziale di crescita che, con le giuste politiche di supporto, potrà essere ulteriormente valorizzato.

L’analisi settoriale approfondita rivela opportunità e criticità, fornendo elementi utili per orientare le strategie di sviluppo economico locale e rafforzare il tessuto imprenditoriale emiliano-romagnolo nel suo complesso.

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