L’analisi congiunturale delle province di Forlì-Cesena e Rimini, elaborata dalla Camera di Commercio della Romagna in collaborazione con Prometeia, proietta per il 2025 uno scenario di crescita moderata, delineando un quadro economico complesso e sfaccettato.
Le proiezioni indicano un incremento del valore aggiunto complessivo dello 0,6% annuo, con una corrispondente crescita della ricchezza prodotta dello 0,8%, a fronte di dinamiche settoriali divergenti.
L’industria, motore trainante dell’economia locale, registra una performance positiva (+1,8%), segnalando una rinnovata capacità di generare valore e di rispondere alle nuove esigenze del mercato globale.
Il settore dei servizi, pervasivo e in continua evoluzione, mostra un andamento positivo, sebbene con una crescita più contenuta (+0,6%), riflettendo la crescente importanza dell’innovazione digitale e della personalizzazione dell’offerta.
In contrasto, l’agricoltura, cruciale per l’identità territoriale, subisce una contrazione significativa (-5,7%), un segnale che impone una riflessione approfondita sulle strategie di modernizzazione e diversificazione delle produzioni, nell’ottica di una sostenibilità ambientale e sociale.
Anche il comparto delle costruzioni mostra segni di rallentamento (-0,5%), evidenziando le sfide legate alla transizione verso modelli edilizi più efficienti e resilienti.
Il reddito disponibile per abitante, stimato a 30.800 euro a prezzi reali, posiziona l’area Romagna al di sopra della media nazionale (29.600 euro) ma al di sotto del livello regionale (35.200 euro), sottolineando un divario di sviluppo che richiede politiche mirate a favorire la convergenza territoriale.
L’export, cruciale per la competitività del sistema produttivo locale, dovrebbe continuare la sua crescita (+2,3% in termini reali), superando sia la crescita regionale (+0,3%) sia quella nazionale (+1,2%), confermando il ruolo strategico delle imprese locali nei mercati internazionali.
Sul fronte del benessere delle famiglie, la crescita prevista del reddito disponibile (+3,2%) risulta inferiore rispetto alla media regionale (+3,5%) e nazionale (+3,3%), indicando una minore capacità di redistribuzione della ricchezza.
Il mercato del lavoro, elemento chiave per la coesione sociale, presenta un tasso di attività in crescita (73,5%) e un tasso di occupazione in aumento (70,1%), entrambi superiori rispetto ai livelli nazionali, ma inferiori a quelli regionali, riflettendo un’efficienza operativa che necessita di essere ulteriormente ottimizzata.
Tuttavia, l’aumento previsto del tasso di disoccupazione (dal 4,0% al 4,6%), seppur inferiore rispetto a quello nazionale (6,1%), suggerisce la presenza di criticità strutturali e la necessità di interventi mirati a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani e delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Un dato particolarmente rilevante è rappresentato dalla produttività per addetto (67.400 euro), nettamente inferiore rispetto agli standard regionali (76.700 euro) e nazionali (72.200 euro), evidenziando margini di miglioramento significativi nell’efficienza dei processi produttivi e nell’adozione di tecnologie innovative.
La sfida, dunque, risiede nella capacità di tradurre le opportunità di crescita in un effettivo aumento del benessere collettivo, attraverso politiche economiche e sociali che promuovano l’innovazione, la competitività e l’inclusione sociale.