L’escalation retorica che permea il dibattito pubblico richiede un cambio di rotta, un’inversione di tendenza che vada al di là delle semplici dichiarazioni di intenti.
L’appello lanciato dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, durante l’evento de “L’Avanti!” a Bologna, non si limita a una critica superficiale, ma si configura come un monito rivolto alle figure apicali del governo, in particolare al Ministro delle Relazioni Esterne Antonio Tajani, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Ciriani e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La critica centrale riguarda l’adozione di una narrativa basata sul vittimismo, un meccanismo comunicativo che, paradossalmente, anziché placare le tensioni, le amplifica.
L’ironia è palpabile: l’invito a moderare i toni si traduce in un aumento della polarizzazione, alimentando un clima di contrapposizione che ostacola il confronto costruttivo e la ricerca di soluzioni condivise.
Questa dinamica retorica, lungi dall’essere un mero elemento accessorio, incide profondamente sulla capacità del governo di operare in modo efficace e di rispondere alle reali esigenze del Paese.
Un’ossessione per la difesa di posizioni preconcette, spesso veicolata attraverso un linguaggio aggressivo e accusatorio, impedisce l’apertura al dialogo, la comprensione delle diverse prospettive e la costruzione di un consenso ampio e duraturo.
L’appello di Conte non è solo un invito alla moderazione linguistica, ma un richiamo al senso di responsabilità che dovrebbe guidare l’esercizio del potere.
Si tratta di sollecitare l’esecutivo a focalizzarsi sulle sfide concrete che attendono la nazione – crisi economica, transizione ecologica, gestione dell’immigrazione, riforma del sistema sanitario – anziché perdersi in polemiche sterili e accuse reciproche.
Governare, in ultima analisi, significa assumersi la responsabilità di affrontare i problemi con lucidità, pragmatismo e apertura al confronto.
Significa essere in grado di ascoltare le voci dissenzienti, di valutare criticamente le proprie azioni e di ammettere gli errori.
Un governo che si arrocca in una posizione di superiorità morale, che si presenta come vittima di attacchi ingiusti, rischia di perdere la fiducia dei cittadini e di compromettere la propria legittimazione.
L’invito di Conte è quindi un appello a un governo responsabile, capace di trascendere le logiche della comunicazione aggressiva e di dedicarsi con impegno e competenza al servizio del bene comune.