Bombe su Khan Yunis: otto morti in una notte di sangue nella Striscia di Gaza

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La cruenta escalation del conflitto tra Israele e la Palestina è tornata a lambire la vita di innocenti civili nella Striscia di Gaza. In una notte oscurata dal cielo delle bombe, un attacco aereo condotto dalle forze israeliane ha colpito senza alcun preavviso una modesta casa e una tenda che ospitavano sfollati in cerca di riparo a Khan Yunis, nel cuore del sud della Striscia di Gaza. La carneficina sembra essere stata causata da un missile o da un ordigno esplosivo lanciato dalle forze israeliane nella speranza di reprimere la resistenza palestinese.La notizia è arrivata in un momento storico particolare, poiché i palestinesi si trovavano a celebrare il primo giorno dell’Eid al-Fitr, la festa più importante per tutti gli appartenenti alla fede islamica. Questo evento, che segna la fine del Ramadan con una ricchezza di significati spirituali e culturali, è diventato un bersaglio delle intemperanze belliche di Israele.Secondo le dichiarazioni dell’Agenzia Palestinese di Protezione Civile di Gaza, espressione diretta della organizzazione politico-militare Hamas, gli attacchi aerei israeliani hanno causato la morte di ben otto persone. Tra queste tragiche vittime figurano cinque piccoli innocenti. È difficile immaginare un quadro più desolante: l’anniversario dell’Eid al-Fitr, volta alle celebrazioni e alla pace per gli animi, viene macchiato da bombe e sparatorie che spazzano via la vita di persone che cercavano solo di sopravvivere.La dichiarazione del signor Mahmud Bassal, portavoce dell’Agenzia Palestinese, ha sottolineato in maniera cruda il dramma. Egli ha parlato dei “martiri” come se si trattasse di un’ennesima pagina di un libro della storia che racconta di sofferenze e di morte. Il linguaggio usato dal signor Bassal, benché chiaro e perentorio nella sua accusa verso Israele, è anche un rimprovero alla società internazionale di non far nulla per fermare le violazioni umanitarie a Gaza.L’opinione pubblica globale è stata travolta da una rabbia impotente davanti al doppio standard che si applica nelle operazioni militari condotte nei territori palestinesi. Mentre il mondo intero osserva in silenzio la distruzione di case, di vite umane e dell’infrastruttura economica a Gaza, le discussioni sulle motivazioni delle agguerrite politiche internazionali sembrano essere condotte su un piano diverso da quello della logica. La storia si ripete con una monotonia che non trova spiegazione nella retorica dei vari esponenti politici del continente.Gli attacchi israeliani contro le popolazioni civili nella Striscia di Gaza hanno un significato molto più profondo rispetto all’ennesima vittoria militare. Ogni volta che si assiste alla distruzione di una casa, della vita di innocenti e delle prospettive future dei giovani palestinesi, il conflitto diventa sempre meno “politico” e ogni tanto sembra essere solo un semplice omicidio.

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