“Caccia al tartufo nel cuore del Piemonte: tradizione millenaria minacciata dal cambiamento climatico”

Date:

02 settembre 2024 – 12:45

Nel cuore della campagna piemontese, dalle prime ore del mattino fino al mezzogiorno inoltrato, si svolge una vera e propria caccia al tesoro condotta da Luca Bann, illustre presidente dell’associazione TrifoleeTrifol, affiancato dalla sua giovane figlia Adele di soli 12 anni e dal veterano Francesco Tagliaferro. Quest’ultimo, con il suo passato di ex dipendente dell’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (Ipla), ha dedicato gran parte della sua esistenza alla passione per i tartufi. In questa avventura campestre, non sono certo pochi i frutti che vengono raccolti: ben 15 prelibatezze fungine di qualità paragonabile a quelle delle zone più rinomate e celebri.Il valore di questo bottino non è da sottovalutare, con un paio d’etti che possono facilmente tradursi in una sessantina d’euro sul mercato. Ma la vera stella di questa caccia è il fedele cane addestrato che guida il gruppo nella ricerca dei tartufi, un’attività antica che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Tuttavia, senza un ciclo vitale ben definito che coinvolge alcune specie arboree specifiche, i tartufi non potrebbero mai vedere la luce del giorno.La città di Torino riveste un ruolo chiave in questo contesto, contribuendo da sola al 15% della produzione provinciale e rappresentando il 25% dell’intera regione piemontese. Non sorprende quindi imbattersi in numerosi cercatori di tartufi ogni mattina nella suggestiva cornice della Pellerina. Grazie alla presenza di parchi naturali adatti alla ricerca fungina e all’ambiente favorevole creato dalle colline circostanti, la zona si rivela un vero paradiso per gli amanti del tartufo.Tuttavia, negli ultimi tempi si è fatta strada una nuova minaccia: il cambiamento climatico. Le precipitazioni costanti ma non troppo intense sono essenziali per favorire la crescita dei tartufi, mentre le ondate di caldo estremo minacciano le micorrize vitali per lo sviluppo dei funghi sotterranei. È dunque necessario proteggere con cura questo delicato equilibrio naturale per garantire la continuità di una tradizione millenaria come quella della ricerca del tartufo.

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