venerdì 3 Ottobre 2025
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Adescamento online: Sassari, processo per reato contro minorenne.

Il Tribunale di Sassari ha dato inizio a un procedimento giudiziario di particolare delicatezza, coinvolgendo un uomo di 52 anni, domiciliato nella provincia di Rieti, imputato per adescamento online di una minore di nove anni, residente a Sassari.

Il caso, che ha suscitato profonda preoccupazione nella comunità, si concentra sull’uso improprio di piattaforme digitali per scopi predatori.

L’indagine, avviata a seguito di una denuncia materna, ha rivelato una serie di interazioni compromettenti avvenute nell’estate del 2024.
Secondo l’accusa, sostenuta dalla Procura di Sassari, l’uomo avrebbe creato un profilo falso su Snapchat con l’obiettivo specifico di ingannare e manipolare la bambina.

Le conversazioni, ricostruite dagli inquirenti, rivelano una sequenza di messaggi mirati a ottenere informazioni personali sulla minore, tra cui la sua età, le sue abitudini di abbigliamento e persino dettagli sulla sua posizione all’interno della casa.
Questi accertamenti sollevano interrogativi inquietanti riguardo alle tecniche utilizzate per stabilire un rapporto di fiducia illusorio e per avvicinare la vittima.

La scoperta delle chat compromettenti è avvenuta grazie alla prontezza e alla vigilanza della madre, la quale, intuendo una situazione anomala, ha immediatamente sporto denuncia.
L’episodio evidenzia l’importanza cruciale del monitoraggio digitale dei minori, in un’era in cui i confini tra il mondo fisico e quello virtuale sono sempre più sfumati.
La madre si è costituita parte civile nel processo, assistita dall’avvocato Gianfranco Oppes, con l’obiettivo di tutelare i diritti della figlia e di ottenere giustizia.
Il caso pone interrogativi profondi sulla sicurezza online dei bambini e sull’efficacia dei controlli parentali.
L’utilizzo di profili falsi su piattaforme di messaggistica istantanea rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza dei minori, e richiede un intervento sinergico tra istituzioni, genitori ed educatori.

La Procura ha richiesto il rito del giudizio diretto, un percorso processuale che mira ad accelerare la definizione del caso, data la gravità delle accuse.

La data di inizio del processo vero e proprio è stata fissata per gennaio, quando si attendono ulteriori sviluppi e la presentazione delle prove a sostegno dell’accusa.

L’evento rappresenta un monito per l’intera comunità, sottolineando la necessità di promuovere una cultura digitale responsabile e di proteggere i minori dai pericoli nascosti nel web.

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