Amelia Casti, ottantaseienne allieva del CPIA 1 Karalis, incarna un percorso di vita che trascende la mera anagrafica, testimoniando la resilienza, la curiosità inesauribile e la profonda umanità che permeano l’esperienza umana. La sua attuale preparazione all’esame di licenza media, a San Sperate, non è solo il coronamento di un percorso didattico, ma il sigillo di una vita segnata da necessità, sacrifici e una sete di conoscenza mai sopita.Nata in un’epoca di incertezze, alla vigilia di un conflitto mondiale che avrebbe profondamente segnato l’Italia, Amelia ha conosciuto fin da piccola la precarietà economica e l’urgenza del lavoro. La sua infanzia fu interrotta bruscamente dalla necessità di contribuire al sostentamento familiare, un destino comune a molte bambine dell’epoca, dove l’istruzione era spesso relegata a un lusso inaccessibile.Il suo curriculum vitae si configura come un mosaico di esperienze, un intreccio di mestieri e luoghi che ne hanno plasmato il carattere. Dalle prime fatiche domestiche, fino all’impiego come domestica presso un alto prelato, la sua vita si è snodata tra dedizione e discrezione. Il trentennio trascorso a Roma, al seguito del cardinale, nunzio apostolico, le ha offerto un’inattesa finestra sul mondo, permettendole di assaporare culture e paesaggi lontani, con un’indelebile passione per il Messico e la sua ricchezza culturale.Tuttavia, il suo impegno sociale non si è mai arrestato. Rientrata nella sua amata San Sperate, Amelia si è dedicata con passione all’assistenza del prossimo, assumendo ruoli di leadership all’interno del Centro Italiano Femminile (CIF) e collaborando attivamente con la Caritas, dimostrando una profonda sensibilità verso le fragilità altrui. La biblioteca comunale è diventata un rifugio, una fonte inesauribile di conoscenza e ispirazione.La sua decisione di intraprendere un percorso di istruzione a un’età avanzata non è solo un atto di auto-realizzazione, ma un gesto simbolico di speranza e inclusione. La classe, un microcosmo di diversità, accoglie studenti italiani e stranieri, molti dei quali ospiti di strutture di accoglienza provenienti da paesi come Gambia, Camerun, Tunisia, Honduras e Costa d’Avorio. La generosità di Amelia, che ha condiviso un pranzo conviviale con i compagni, ha creato un ponte di umanità e comprensione reciproca, un esempio di come la cultura e la cucina possano abbattere barriere e favorire l’integrazione.L’apprendimento del teorema di Pitagora, le gite scolastiche, le relazioni instaurate con i compagni, sono elementi che arricchiscono non solo il suo percorso didattico, ma l’intera comunità scolastica, dimostrando che l’istruzione non ha età e che la conoscenza è un bene universale. La sua testimonianza è un inno alla vita, alla perseveranza e alla capacità di reinventarsi, un invito a non smettere mai di imparare e a condividere la propria esperienza con gli altri.
Amelia, 82 anni e licenza media: un esempio di resilienza e speranza.
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