La sentenza del Tribunale di Cagliari, Sezione Seconda Civile, segna un punto di svolta nella complessa vicenda legale che ha visto contrapporsi un vasto gruppo di cittadini sardi e Abbanoa S.
p.
A.
Dopo nove anni di un’ardua battaglia giudiziaria, il verdetto accoglie l’azione di classe, ponendo fine a una disputa che ruota attorno ai cosiddetti “conguagli” relativi agli anni compresi tra il 2005 e il 2011.
La decisione, motivata con rigore dalla giudice Maria Grazia Cabitza, presidente, relatore ed estensore della sentenza, sancisce l’illegittimità delle richieste di pagamento di somme pregresse avanzate da Abbanoa agli utenti che hanno regolarmente aderito all’azione collettiva.
Questa pronuncia non si limita a una mera restituzione di denaro.
Essa incarna un principio cardine del diritto amministrativo e del rapporto tra cittadino e gestore del servizio idrico integrato: la certezza del diritto e la tutela del consumatore da pratiche retroattive lesive.
La sentenza mette in luce una problematica di portata significativa, quella del calcolo e della notifica dei consumi idrici, che in passato ha generato notevoli contestazioni e un senso diffuso di ingiustizia tra la popolazione sarda.
L’azione di classe, promossa dal comitato Unidos e sostenuta dall’avvocato Mauro Pili, ha rappresentato un esempio emblematico di come la collettività, organizzandosi e ricorrendo alle vie legali, possa contrastare la pretesa di un’azienda di recuperare, a distanza di anni, somme basate su criteri di calcolo contestati e mai preventivamente condivisi con gli utenti.
La decisione del Tribunale di Cagliari rafforza l’importanza del principio di trasparenza e della correttezza procedurale nell’erogazione dei servizi essenziali, e sottolinea la necessità di una revisione dei modelli di calcolo e di notifica dei consumi, al fine di evitare future contestazioni e garantire una gestione più equa e responsabile delle risorse idriche.
Ora, si apre una fase cruciale: un periodo di novanta giorni durante il quale le parti dovranno negoziare un accordo che definisca le modalità di restituzione delle somme già incassate da Abbanoa e che delinei le condizioni per la chiusura definitiva della vicenda.
Questo esito positivo testimonia la resilienza della comunità sarda, capace di mobilitarsi e di far valere i propri diritti, anche di fronte a una situazione complessa e apparentemente insormontabile.
La sentenza rappresenta una vittoria non solo per i cittadini che hanno intrapreso l’azione collettiva, ma per l’intero territorio, che recupera un diritto e rafforza il suo senso di giustizia.






