L’emergenza Febbre del Nilo si intensifica nel Campidano di Oristano, con l’identificazione di due nuovi casi confermati nel corso del 2025.
Si tratta di un uomo di 85 anni e una donna di 66 anni, entrambi residenti nell’area e ora seguiti nel reparto di Medicina dell’ospedale San Martino.
Nonostante l’età avanzata e la potenziale gravità della malattia, le loro condizioni cliniche vengono descritte come stabili e confortanti.
Questi due casi incrementano il numero complessivo di infezioni umane riscontrate nella provincia, portando il totale a undici.
Il fenomeno, purtroppo, non è un evento isolato.
Nelle settimane precedenti, un cluster significativo di infezioni ha colpito la popolazione locale, coinvolgendo individui di età diverse, dall’ultraquarantenne all’ultranovantenne.
Questo dato demografico eterogeneo suggerisce una potenziale esposizione diffusa all’agente patogeno, sollevando interrogativi sulla dinamica di trasmissione.
La Febbre del Nilo, trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Il virus, inizialmente isolato in Uganda, si è diffuso in diverse regioni del mondo, adattandosi a nuovi ecosistemi e sfruttando cicli di trasmissione che coinvolgono zanzare, uccelli (serbatoi naturali del virus) e, in ultima analisi, l’uomo.
L’immediata attivazione dei protocolli di sanità pubblica, da parte del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, è fondamentale.
Oltre all’indagine epidemiologica volta a ricostruire le possibili catene di contagio, è stata disposta una scrupolosa disinfestazione mirata a un raggio di 200 metri dalle abitazioni dei pazienti.
Questa misura preventiva mira a ridurre la popolazione di zanzare vettrici, contenendo la diffusione del virus e proteggendo la comunità.
L’aumento dei casi pone l’accento sull’importanza di una vigilanza continua e di interventi mirati.
La sorveglianza entomologica, volta a monitorare la presenza e l’attività delle zanzare, si rende cruciale, così come la sensibilizzazione della popolazione sull’adozione di misure di prevenzione personale, come l’utilizzo di repellenti, l’abbigliamento protettivo e l’eliminazione di potenziali aree di riproduzione delle zanzare (acqua stagnante).
La situazione attuale richiede un approccio integrato, che coinvolga le autorità sanitarie, gli enti locali e la collaborazione attiva della popolazione.
Solo attraverso una risposta coordinata e basata su dati scientifici sarà possibile arginare l’emergenza e proteggere la salute della comunità campidanese.
La ricerca di soluzioni innovative, come lo sviluppo di vaccini o strategie di controllo delle zanzare più efficaci, rappresenta un obiettivo prioritario per il futuro.