Dalle terrazze dell’altopiano basaltico di Funtana Urtesas, l’orizzonte si apre su un panorama di rara bellezza, un respiro di azzurro intenso che dissolve i confini tra cielo e mare. A pochi chilometri, la costa si rivela in una successione di gemme: Biderosa, Fuile e Mare, Cala Liberotto, Su Barone, Osalla, Sas Linnas Siccas, ognuna con la propria identità, scolpita dall’azione incessante del vento e delle onde. Questo luogo, sospeso tra la roccia vulcanica e la brezza salmastra, è il regno di Francesco Fronteddu, il “re pastore”. Nel 1984, egli stesso eresse qui un modesto ovile, un punto di riferimento in un paesaggio dominato dalla pietra e dalla macchia mediterranea. L’ovile, più che una semplice struttura, è un simbolo di profonda connessione con la terra, un atto di amore e dedizione a un’esistenza semplice e radicata nelle tradizioni.Con il passare del tempo, la visione di Fronteddu si è ampliata. Accanto all’ovile, è nata una casa con un ampio patio, un luogo di accoglienza e festa, un punto di incontro per la comunità. Queste mura hanno ospitato banchetti conviviali, celebrazioni tradizionali e, in particolare, la tosatura, una ricorrenza profondamente sentita che ha riunito centinaia di persone, mantenendo vivo il senso di appartenenza e la condivisione di valori antichi.L’altopiano basaltico, esteso per quasi 2.500 ettari nell’agro di Orosei, testimonia una storia geologica complessa, un passato vulcanico che ha plasmato il territorio, creando un paesaggio unico al mondo. La presenza dell’uomo, rappresentata dalla figura di Fronteddu e dalla sua opera, si inserisce in questo contesto naturale, non come un’alterazione, ma come una forma di dialogo, un’interpretazione poetica della bellezza selvaggia che lo circonda. L’eremo del re pastore non è solo un luogo fisico, ma un’esperienza sensoriale, un invito a riscoprire il valore del silenzio, della semplicità e della profonda armonia con la natura. È un frammento di Sardegna autentica, un tesoro da proteggere e tramandare.
Il Re Pastore e l’Anima Selvaggia della Sardegna
Pubblicato il
