La notte olbiese si è illuminata di un bagliore inatteso, un incendio scoppiato in un chiosco florovivaistico situato in posizione suggestiva, affacciato sul cimitero comunale in via Roma.
La scena, carica di simbolismo, ha destato sgomento tra i residenti e ha immediatamente mobilitato le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, intervenuti tempestivamente per domare le fiamme.
L’incendio, di origine ancora da chiarire, ha coinvolto non solo la struttura principale del chiosco, un punto di riferimento per la comunità che offriva fiori freschi e piante ornamentali, ma anche un rimorchio cabinato adiacente, utilizzato presumibilmente per l’esposizione di prodotti stagionali e la gestione del magazzino.
La combinazione di materiali infiammabili, tra cui legno, plastica e tessuti floreali, ha contribuito alla rapidità di propagazione delle fiamme, creando una colonna di fumo visibile a distanza.
I Carabinieri del Nucleo Territoriale di Olbia hanno immediatamente avviato un’indagine approfondita per accertare le cause del rogo.
L’attenzione è focalizzata su diverse piste, che spaziano da un possibile incidente dovuto a una malfunzione di apparecchiature elettriche, a un gesto doloso, fino a possibili cause naturali come un fulmine o un surriscaldamento dovuto alle alte temperature estive.
Le indagini si avvalgono dell’analisi dei primi rilievi effettuati dai vigili del fuoco, che hanno cercato di preservare eventuali tracce utili all’identificazione della causa scatenante.
Si stanno acquisendo testimonianze di persone che si trovavano nelle vicinanze al momento dell’incendio, e si stanno verificando i registri di eventuali telecamere di sorveglianza presenti nella zona, nella speranza di ricostruire l’accaduto.
Oltre alla valutazione delle cause, l’incendio solleva interrogativi sulla sicurezza delle attività commerciali situate in prossimità di aree sensibili come i cimiteri, e sulla necessità di rafforzare i controlli antincendio e di promuovere la prevenzione dei rischi.
La comunità olbiese, scossa da questo episodio, attende con ansia di conoscere i risultati dell’indagine e di ritrovare un senso di tranquillità, sperando che un evento simile non si ripeta.
La perdita del chiosco, un piccolo tassello del tessuto urbano, lascia un vuoto non solo economico, ma anche emotivo, ricordando la fragilità delle cose e l’importanza di custodire il patrimonio di relazioni e di memoria che lo caratterizzavano.