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venerdì 31 Ottobre 2025

Sanità in Sardegna: Resilienza a rischio tra difficoltà e sfide demografiche.

La Sanità in Sardegna: Tra Resilienza, Difficoltà Strutturali e Sfide DemograficheIl panorama sanitario sardo, come emerge dall’Ottavo Rapporto Gimbe, si presenta come un quadro complesso, segnato da segnali contrastanti di resilienza e persistenti difficoltà strutturali.
Nel 2024, il 17,2% della popolazione sarda, corrispondenti a circa 270.000 individui, ha rinunciato ad accedere a prestazioni sanitarie, un dato che incide significativamente rispetto alla media nazionale (9,9%) e riflette un aumento preoccupante di 3,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Questo fenomeno, multifattoriale, testimonia un progressivo deterioramento dell’accessibilità ai servizi, probabilmente aggravato da liste d’attesa sempre più lunghe, disomogeneità territoriali e difficoltà logistiche.
Un elemento chiave per comprendere l’evoluzione del sistema sardo è l’analisi del ricorso a strutture sanitarie private accreditate.
In questo ambito, la Sardegna si posiziona al sedicesimo posto a livello nazionale, con le strutture private che coprono il 22,8% del totale delle prestazioni erogate e relative alla mobilità sanitaria attiva regionale, un valore ben al di sotto della media nazionale (54,4%).
Questa differenza significativa suggerisce una minore capacità di integrazione tra pubblico e privato, con possibili implicazioni sull’efficienza complessiva del sistema.
La carenza di medici di medicina generale rappresenta una criticità di primaria importanza.
Il superamento del massimale di 1.500 assistiti per medico è diffuso, interessando il 60,6% del totale regionale, un dato superiore alla media nazionale (51,7%).

Il numero medio di assistiti per medico si attesta a 1.391, indicando un carico di lavoro elevato che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza.
Le stime del Gimbe rivelano una carenza di 150 professionisti per raggiungere il rapporto ottimale di un medico ogni 1.200 assistiti, un dato amplificato da un drammatico calo del 39% dei medici di base tra il 2019 e il 2023.

La difficoltà nel reclutare nuovi medici, come evidenziato dal numero di partecipanti al concorso nazionale inferiore ai posti disponibili (-17 candidati, -28%), riflette un problema strutturale che richiede interventi urgenti.
La situazione dei pediatri di libera scelta appare, al momento, più stabile, con un’assenza di carenza immediata.

Tuttavia, l’orizzonte temporale rivela una potenziale criticità: entro il 2028, circa 62 pediatri raggiungeranno l’età pensionabile, richiedendo una pianificazione attenta per garantire la continuità dell’assistenza infantile.

Nonostante le difficoltà, la Sardegna si distingue per una densità di personale sanitario relativamente alta, con 14,2 professionisti ogni 1.000 abitanti (media nazionale 11,9).

In particolare, il rapporto medici-infermieri (2,03 vs 2,54 a livello nazionale) segnala una potenziale necessità di revisione dei modelli organizzativi per ottimizzare le risorse umane e migliorare l’efficacia dell’assistenza.

Questa situazione, sebbene apparentemente positiva, deve essere interpretata alla luce delle difficoltà di accesso ai servizi e delle disomogeneità territoriali che persistono.

In conclusione, il sistema sanitario sardo si trova ad un bivio.
Pur dimostrando una certa capacità di resistenza, è necessario affrontare con urgenza le criticità strutturali, investendo in politiche di reclutamento e fidelizzazione dei professionisti, potenziando l’integrazione tra pubblico e privato e implementando strategie mirate per garantire un’assistenza equa e accessibile a tutti i cittadini, considerando le peculiarità geografiche e demografiche dell’Isola.

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