Il caso di Giovanni Satta, ex consigliere regionale sardo e già sindaco di Buddusò, si conclude con una sentenza che scuote la comunità di Tempio Pausania e riaccende i riflettori sulle intricate dinamiche criminali che hanno interessato la Sardegna negli anni tra il 2013 e il 2014. Il tribunale ha inflitto a Satta, 58 anni, la pena di otto anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, una richiesta condivisa dal pubblico ministero Rossana Allieri.La vicenda, che vede coinvolto anche Simone Canu, condannato a sette anni e sei mesi per gli stessi reati, emerge come un tassello di un quadro più ampio di cooperazione criminale transnazionale. Secondo le indagini condotte dalla DDA di Cagliari, Satta, oggi assente all’udienza, non era un semplice collaboratore, bensì una figura chiave in una rete di narcotraffico che intreccia interessi sardi e albanesi. I vertici di queste organizzazioni albanesi, precedentemente condannati in un distinto procedimento giudiziario, avevano instaurato rapporti strategici con esponenti del territorio, tra cui l’ex consigliere regionale.L’organizzazione criminale, specializzata nella distribuzione di eroina e cocaina, operava su rotte internazionali, importando stupefacenti dall’Olanda e dall’Albania per poi distribuirli nelle zone di Olbia e lungo la Costa Smeralda, area particolarmente vulnerabile a questo tipo di attività durante la stagione turistica. L’operazione, culminata con l’arresto di Satta nell’aprile del 2016 e il successivo rinvio a giudizio nel 2017, ha messo in luce la capacità di queste reti di infiltrarsi nel tessuto sociale ed economico, sfruttando posizioni di potere e relazioni consolidate per agevolare le proprie attività illecite.La sentenza ha suscitato sorpresa nei legali di Satta, gli avvocati Angelo Merlini e Donatella Corronciu, i quali hanno espresso l’intenzione di presentare appello, auspicando una rivalutazione dei fatti. Questo caso solleva interrogativi profondi sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione, non solo a livello locale, ma anche in un contesto europeo sempre più interconnesso e permeabile a flussi criminali organizzati. La vicenda evidenzia, inoltre, l’importanza di una vigilanza costante e di una collaborazione sinergica tra le forze dell’ordine e la magistratura per smantellare queste strutture criminali e proteggere la legalità e la sicurezza dei cittadini.
Sentenza shock in Sardegna: 8 anni a Satta per narcotraffico.
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