Trent’anni di indagine archeologica, un intreccio di competenze transnazionali e una narrazione stratificata di un territorio ricco di storia: è questo il cuore della conferenza “11.000 giorni in Tunisia.
Acqua, Terra, Memoria”, che si svolgerà giovedì 18 settembre alla Casa della Cultura di Monserrato.
L’evento, parte del programma di avvicinamento a Sharper 2025 – La Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori – offre un’opportunità unica per esplorare il sito di Uthina, antica città romana situata a nord di Tunisi, attraverso le lenti di una ricerca scientifica durata tre decenni.
La collaborazione tra l’Università degli Studi di Cagliari e l’Institut National du Patrimoine tunisino, formalizzata con un protocollo del 1994, ha rappresentato un ponte culturale e scientifico, coinvolgendo una vasta comunità di studiosi e studenti.
Circa mille studenti universitari e cento ricercatori hanno partecipato attivamente alle indagini, contribuendo a definire un quadro sempre più dettagliato della storia di Uthina e del suo ambiente circostante.
La conferenza non si limita a una cronistoria delle attività di scavo, ma intende illustrare le metodologie e le scoperte più significative.
L’approccio multidisciplinare adottato ha integrato competenze di archeologia, storia, geologia, archeobotanica e paleoecologia, rivelando come la città si sia evoluta nel corso dei secoli, plasmata da cambiamenti climatici, eventi politici e dinamiche sociali.
In particolare, l’attenzione è stata rivolta all’analisi dell’approvvigionamento idrico, un elemento cruciale per la sopravvivenza della città in un contesto geografico spesso arido.
Sono stati studiati sistemi di irrigazione, cisterne, acquedotti e sorgenti, ricostruendo l’ingegnosità delle soluzioni adottate dagli antichi abitanti.
Le ricerche hanno permesso di ricostruire la storia urbanistica di Uthina, dalla sua fondazione romana, attraverso la dominazione bizantina, alla successiva integrazione nel califfato islamico.
Sono stati individuati resti di edifici pubblici, templi, terme, abitazioni, botteghe artigiane e infrastrutture produttive, offrendo uno spaccato della vita quotidiana e delle attività economiche che animavano la città.
L’analisi dei reperti ceramici, numismatici e metallici ha fornito ulteriori indizi sull’evoluzione culturale e commerciale di Uthina, collegandola ad altre aree del Mediterraneo.
Interverranno all’evento Antonio Maria Corda, esperto di storia e archeologia romana; Giovanni Sistu, studioso di scienze politiche e sociali; Attilio Mastino, figura di spicco nel panorama accademico sardo; Anna Depalmas, presidente della Scuola Archeologica Italiana di Cartagine, un punto di riferimento per gli studi sulla presenza italiana in Nord Africa; Sergio Ribichini, ex dirigente di ricerca del CNR e socio della SAIC; Gianluca Loi e Paola Pinna, responsabili della missione archeologica italiana a Uthina, che condivideranno direttamente le loro esperienze e scoperte sul campo.
La conferenza si preannuncia come un viaggio affascinante nel tempo e nello spazio, un’occasione per approfondire la conoscenza di un patrimonio archeologico di inestimabile valore e per riflettere sull’importanza della collaborazione internazionale nella ricerca scientifica.