Un veterinario è al centro di un’indagine per frode e falsificazione documentale, in seguito a un’operazione dei Carabinieri di Orotelli e Ottana, coordinata dalla Compagnia di Ottana, che ha portato alla luce un tentativo di eludere i controlli sanitari relativi alla Dermatite Nodulare Contagiosa (DNC), una malattia batterica insidiosa che colpisce il bestiame.
L’accusa principale è quella di aver attestato in modo mendace la morte e lo smaltimento di 139 capi bovini, ingannando così le autorità sanitarie e consentendo ai proprietari di sottrarre il bestiame ai protocolli di controllo e abbattimento obbligatori.
L’attività di indagine è stata intensificata a partire dall’inizio dell’estate, in un contesto di crescente preoccupazione per la diffusione della DNC e la necessità di prevenire la sottrazione di animali infetti al sistema di sorveglianza dell’ASL di Nuoro.
I Carabinieri, nel rafforzare i controlli, hanno rilevato una discrepanza cruciale: i bovini, formalmente dichiarati deceduti e smaltiti, risultavano in realtà vivi.
Ancor più significativo, i codici identificativi, che avrebbero dovuto confermare il decesso, non corrispondevano alla realtà e, successivamente, gli stessi capi di bestiame erano stati vaccinati dal servizio veterinario dell’ASL, contraddicendo la presunta data di decesso.
La motivazione alla base di questo inganno appare chiara: sottrarre il bestiame ai controlli ufficiali dell’ASL, evitando così le procedure di abbattimento e smaltimento previste per gli animali affetti da DNC, procedure che mirano a contenere la diffusione della malattia e a proteggere la salute del bestiame e, potenzialmente, anche quella umana.
Oltre al veterinario, i due allevatori coinvolti sono stati sanzionati per aver collaborato all’inganno, violando le normative specifiche che regolano la gestione delle emergenze sanitarie nel settore veterinario.
Le conseguenze legali per gli allevatori vanno oltre le semplici sanzioni pecuniarie.
È stato disposto il blocco dei fondi erogati dall’ARGEA (Agenzia Regionale per l’Agricoltura), l’ente che gestisce i finanziamenti per il settore agricolo, e la revoca degli indennizzi economici che i due allevatori avrebbero dovuto ricevere a titolo di compensazione per l’abbattimento dei capi di bestiame positivi alla DNC.
Questa misura mira a impedire che i responsabili possano beneficiare economicamente di un comportamento fraudolento che ha messo a rischio la salute del bestiame e ha tentato di eludere le normative sanitarie.
L’inchiesta si preannuncia complessa e mira a chiarire tutti i dettagli di questa vicenda e ad accertare la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, al fine di tutelare il patrimonio zootecnico regionale e garantire il rispetto delle normative in materia di sanità animale.








