Vincenzo Marras, novantunenne, incarna una straordinaria testimonianza di resilienza e di inestinguibile sete di conoscenza.
Da Assemini, un piccolo centro della provincia di Cagliari, ha recentemente intrapreso un percorso educativo che sfida le convenzioni e celebra la possibilità di apprendimento a ogni età.
A giugno, ha conseguito la licenza media, un traguardo raggiunto con la stessa gioia e partecipazione di un giovane studente.
Ma la sua ambizione non si è fermata qui: ora si appresta ad affrontare il biennio delle scuole superiori presso il CPIA 1 Karalis, un centro provinciale di istruzione degli adulti, dimostrando che l’istruzione non ha limiti temporali.
La sua decisione di riprendere lo studio, a un’età in cui molti si godono la pensione, è alimentata da un profondo desiderio di crescita personale e intellettuale.
Durante l’esame di licenza, Vincenzo ha evocato un episodio significativo della sua giovinezza, un aneddoto che ben riassume la sua filosofia di vita: una partita a carte persa da giovane, al mercato vecchio di Cagliari, contro i saggi “piciocus de crobi”.
In un momento di disperazione, i suoi avversari, con una generosità inaspettata, gli concessero un “su giru francu”, un’ulteriore possibilità di ribaltare la situazione.
Questa esperienza, per lui, è diventata metafora della sua avventura scolastica: un’opportunità inattesa per recuperare, arricchirsi e riscoprire il mondo.
Nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Vincenzo ha vissuto anni segnati dalla precarietà e dalla necessità.
La sua infanzia è stata interrotta dallo studio, costretto a lavorare nei campi per contribuire al sostentamento della famiglia, trasportando verdure e ortaggi su un carro trainato dai buoi.
Il sogno di accedere all’istruzione è rimasto vivo nel suo cuore, un desiderio rimandato ma mai sopito.
Lo scorso anno, ha finalmente coronato questo sogno, sostenendo l’esame di licenza con il sostegno e l’affetto dei suoi nipoti, Lucia e Vincenzo junior.
I suoi nipoti lo descrivono come un uomo curioso e appassionato, un autodidatta instancabile che ha sempre nutrito una vasta gamma di interessi.
Dalla mitologia greca alla storia della Sardegna, fino al desiderio di insegnare loro a suonare la chitarra, Vincenzo ha sempre condiviso la sua conoscenza e la sua passione con le persone che lo circondano.
Il ritorno sui banchi di scuola non è motivato da un mero desiderio di ottenere un titolo, ma dalla gioia di imparare, di confrontarsi con gli altri e di contribuire alla comunità.
La sua storia è un potente monito sull’importanza di non smettere mai di sognare, di perseverare e di abbracciare le opportunità che la vita ci offre, a prescindere dall’età o dalle circostanze.
Il “su giru francu” che gli fu concesso da quei saggi giocatori a carte, è diventato per lui il simbolo di una seconda possibilità, una nuova avventura intellettuale e umana.