Gravi violazioni ambientali nel Parco Naturale Molentargius-Saline e a Medau Su Cramu: il Corpo Forestale interviene con due interventi distintiDue separate azioni del Corpo Forestale dello Stato hanno portato all’identificazione e alla denuncia di due individui, un uomo di 56 anni residente a Quartu Sant’Elena e un 59enne di Cagliari, in seguito a gravi episodi di abbandono di rifiuti che hanno minacciato l’equilibrio ambientale di due aree di pregio naturalistico: il Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline e l’area di Medau Su Cramu.
Questi eventi, purtroppo, non sono isolati e sottolineano una problematica di crescente allarme per la tutela del patrimonio ambientale sardo.
Il primo caso, particolarmente allarmante, ha coinvolto un accumulo ingente di rifiuti speciali, alcuni dei quali classificati come pericolosi, scoperti in località Perdalonga – Costa Bentu, in agro di Quartu Sant’Elena.
Il materiale abbandonato, composto da terre contaminate, inerti da costruzione, masserizie varie e altro ancora, era stato depositato in maniera apparentemente casuale, ma con l’intento di alterare la morfologia e ridurre lo specchio d’acqua di una vasca stagnale.
L’azione, oltre a costituire una violazione delle normative ambientali, rischiava di compromettere la qualità dell’acqua e la biodiversità dell’ecosistema lagunare, con ripercussioni negative sulla fauna selvatica, in particolare sugli habitat di nidificazione degli uccelli acquatici.
La tempestività dell’intervento del Corpo Forestale ha permesso di eseguire accertamenti meticolosi e ricostruire la filiera di responsabilità, culminando nell’identificazione del responsabile e nel sequestro dell’area interessata.
Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi per verificare la possibile presenza di complici o di altre attività illecite correlate.
Il secondo episodio, verificatosi a Medau Su Cramu, ha visto il Corpo Forestale sorpreso in flagrante un 59enne mentre scaricava rifiuti nel parco di Molentargius, in località Is Arenas.
L’uomo, attraverso il proprio veicolo, trasportava sacchi contenenti rifiuti domestici, abbandonati in un’area pubblica.
L’azione, frutto di un’attività di appostamento mirata a contrastare il fenomeno dell’abbandono illegale, ha rivelato una condotta reiterata: secondo le indagini, l’uomo scaricava rifiuti nella zona da almeno sei mesi, accumulando un quantitativo significativo di materiale inquinante.
Le conseguenze legali per il 59enne sono pesanti: oltre alla denuncia penale, dovrà affrontare una sanzione pecuniaria che varia da 1.500 a 18.000 euro e la sospensione della patente di guida.
In aggiunta alle sanzioni amministrative, l’uomo sarà tenuto a farsi carico delle spese di bonifica delle aree precedentemente contaminate, onere che normalmente ricade sull’Ente Parco e sul servizio comunale di raccolta rifiuti.
È prevista, inoltre, la regolarizzazione della sua posizione fiscale presso il Comune, a riprova dell’importanza di un approccio olistico per la correzione di comportamenti scorretti e la responsabilizzazione dei trasgressori.
Questi due casi, purtroppo, rappresentano solo la punta dell’iceberg di una problematica più ampia che richiede un impegno concertato da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della cittadinanza.
La sensibilizzazione, l’educazione ambientale e un controllo più efficace del territorio sono strumenti fondamentali per prevenire ulteriori danni e preservare la bellezza e la ricchezza del patrimonio naturale sardo.
L’azione del Corpo Forestale testimonia l’impegno costante nella salvaguardia di questi beni preziosi, ma è fondamentale il contributo di tutti per garantire un futuro sostenibile per le nuove generazioni.






