Un recente caso di infezione da virus del Nilo occidentale ha allertato il Dipartimento di Sanità e Prevenzione della ASL di Oristano, segnando un’ulteriore escalation in una situazione che sta mettendo a dura prova il sistema sanitario locale.
Il paziente, un uomo di settant’anni residente a Cabras, si è presentato al Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino lamentando febbre alta e altri sintomi non specifici, ricevendo quindi dimissioni con indicazioni per la gestione domiciliare.
Questo nuovo episodio eleva a 35 il numero complessivo di casi clinici confermati nella provincia di Oristano durante il 2025.
Tragicamente, due pazienti si sono spenti a causa della malattia, evidenziando la gravità potenziale dell’infezione, specialmente in individui anziani o con comorbidità preesistenti.
L’emergenza non si limita alla mera constatazione dei casi; essa innesca una complessa sequenza di azioni volte a contenere la diffusione del virus e a mitigare il rischio di ulteriori contagi.
Immediatamente attivata è l’indagine epidemiologica, un’analisi dettagliata volta a tracciare le possibili fonti di esposizione del paziente e a identificare eventuali ulteriori soggetti a rischio.
La circoscrizione dell’area di residenza del soggetto contagiato è cruciale: la disinfestazione mirata, estesa per un raggio di 200 metri dall’abitazione, rappresenta una misura preventiva volta a ridurre la popolazione di zanzare, i vettori principali del virus.
La persistenza del West Nile virus in Sardegna, e in particolare nella provincia di Oristano, solleva interrogativi importanti sulla dinamica ecologica del virus stesso e sull’efficacia delle misure di controllo.
La presenza del virus è legata alla competenza di specie di zanzare che si nutrono di uccelli, serbatoi naturali del virus, e che possono a loro volta trasmetterlo all’uomo.
Fattori ambientali, come l’aumento delle temperature e le alterazioni degli ecosistemi acquatici, possono favorire la proliferazione delle zanzare e, di conseguenza, la diffusione del virus.
La risposta all’emergenza richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo i servizi sanitari, ma anche le autorità locali, gli enti di ricerca e la cittadinanza.
Campagne di sensibilizzazione sull’importanza di adottare misure preventive, come l’utilizzo di repellenti per zanzare e l’eliminazione di ristagni d’acqua, sono essenziali per ridurre il rischio di infezione.
Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio la circolazione del virus negli ecosistemi sardi e per sviluppare strategie di controllo più efficaci e sostenibili nel lungo termine.
La situazione attuale sottolinea l’importanza di un monitoraggio costante della sorveglianza entomologica e virologica, in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di nuove emergenze.