L’emergenza West Nile in Sardegna si fa sentire con rinnovata intensità.
Un nuovo caso, che coinvolge una sessantasettenne residente in un comune del Barigadu, conferma l’attività del virus nel territorio e solleva interrogativi sulla sua persistenza e modalità di trasmissione.
Questo episodio, il dodicesimo in provincia di Oristano e in Sardegna nel corso del 2025, sottolinea la necessità di un approccio proattivo e multidisciplinare per mitigare i rischi per la salute pubblica.
La paziente, attualmente assistita presso l’ospedale San Francesco di Nuoro, presenta un quadro clinico in lenta ma progressiva stabilizzazione, circostanza che suggerisce una risposta positiva alle terapie in atto.
Tuttavia, la gravità potenziale dell’infezione da West Nile non va sottovalutata, vista la sua capacità di provocare encefaliti e meningiti in una percentuale di casi, con conseguenze neurologiche permanenti.
Immediatamente dopo la conferma diagnostica, il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, sotto la direzione di Maria Valentina Marras, ha attivato il protocollo di intervento previsto per legge.
Questo include un’indagine epidemiologica approfondita volta a ricostruire la storia dell’infezione, identificando potenziali fonti di contagio e contatti a rischio.
Parallelamente, è stata disposta una rigorosa campagna di disinfestazione, estesa a un’area di 200 metri attorno all’abitazione della paziente, con l’obiettivo di ridurre significativamente le popolazioni di zanzare, i vettori principali del virus.
L’analisi dei casi precedenti rivela un quadro preoccupante: un picco di contagi nella popolazione anziana, con un’età media superiore ai settant’anni.
Oltre alla nuova paziente, nei recenti mesi si sono manifestati casi in persone di età compresa tra gli ottanta e i novant’anni, evidenziando una vulnerabilità specifica in questo gruppo demografico, probabilmente legata a una minore efficacia del sistema immunitario.
L’età anagrafica, infatti, non è l’unico fattore di rischio: comorbidità preesistenti, come malattie cardiovascolari o diabete, possono ulteriormente compromettere la capacità di contrastare l’infezione.
Il monitoraggio costante delle popolazioni di zanzare, in particolare delle specie *Culex pipiens* e *Anopheles superbus*, rimane cruciale.
La mappatura delle aree di nidificazione e l’implementazione di strategie di controllo larvicida e adulto-cidio sono azioni indispensabili per limitare la diffusione del virus.
La collaborazione tra le autorità sanitarie, le amministrazioni locali e i cittadini è fondamentale per garantire il successo di queste iniziative.
La sensibilizzazione della popolazione riguardo alle misure di protezione individuale – come l’utilizzo di repellenti, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di ristagni d’acqua – rappresenta un tassello importante nella prevenzione dell’infezione.
L’adozione di un approccio integrato, che combina misure di controllo dei vettori, sorveglianza epidemiologica e educazione sanitaria, si presenta come la strategia più efficace per affrontare questa sfida complessa e proteggere la salute dei cittadini sardi.