Il 11 luglio 1992, in una Cagliari fervente di nuove vibrazioni musicali, si materializzò un evento che avrebbe segnato un’epoca.
Durante la prima edizione del Summer Groove, festival che infondeva nuova linfa vitale alla scena sarda, una band inglese emergente, i Galliano, si esibì in un concerto destinato a rimanere impresso nella memoria collettiva.
Oltre alla performance, un annuncio inatteso, un messaggio di speranza sussurrato dal palco da Robert Gallagher, il carismatico frontman: “Farouk è libero”.
Un momento di profonda emozione che trascendeva l’intrattenimento, un atto di solidarietà e una testimonianza della forza della comunità.
Trentatre anni dopo, il cerchio si richiude a Oristano, unica data italiana di un tour europeo che sancisce un ritorno inatteso.
I Galliano, pionieri dell’acid-jazz britannico, ritornano a incantare un pubblico affamato di musica, all’interno del prestigioso Dromos Festival, vetrina di artisti di fama internazionale come Dee Dee Bridgewater e Gregory Porter.
La cornice offerta dalla suggestiva Piazza Duomo amplifica l’aura di un evento che celebra non solo un ritorno musicale, ma anche un legame profondo con il territorio e con la storia.
La reunion dei Galliano, preceduta da un periodo di silenzio durato ventisette anni, culmina con la pubblicazione di “Halfway Somewhere”, un album che segna la continuazione del percorso artistico di Robert Gallagher e Valerie Etienne, la potente voce femminile del gruppo.
Un percorso che, dopo lo scioglimento originale all’apice del successo negli anni ’90, aveva visto anche una breve parentesi con il progetto “Two Banks of Four”, testimonianza della continua sperimentazione e ricerca musicale dei suoi membri, tra cui l’ex Style Council Mick Talbot.
La performance di Oristano è un trionfo di energia e di passione.
Il pubblico, composto da un mix di fedelissimi provenienti da tutta la Sardegna e da appassionati giunti da più lontano, acclama la band con entusiasmo.
Il repertorio spazia tra i brani più recenti tratti da “Halfway Somewhere” e i classici che hanno definito il suono inconfondibile dei Galliano.
Titoli come “Jus’ Reach”, “Earth Boots”, “Jazz?”, “Little Ghetto Boy”, “Storm Clouds Gather” e, naturalmente, “Prince of Peace”, l’inno che ha consacrato la band nel panorama internazionale, risuonano potenti e vibranti.
L’atmosfera è elettrica, un’onda di groove che travolge la folla, invitandola a lasciarsi trasportare dalla musica.
La band, in eccellente forma, dimostra di possedere ancora una profonda capacità di innovazione e di connessione con il pubblico.
La fusione tra jazz, funk e sonorità caraibiche crea un’esperienza musicale unica, un viaggio emozionante che culmina con l’esplosiva interpretazione di “Power and Glory”, lasciando un segno indelebile nella memoria di tutti i presenti.
Il ritorno dei Galliano non è solo un concerto, ma un vero e proprio evento culturale, un’occasione per celebrare la musica, l’amicizia e la resilienza.