Il ritorno del complesso statuario di Mont’e Prama a Cabras, previsto per la fine del 2025, non si configura come una mera aspirazione, bensì come l’esito tangibile di un percorso istituzionale concreto, come evidenziato dal Presidente della Fondazione Anthony Muroni durante la recente edizione del Festival dell’Archeologia a Cabras. L’evento ha offerto un’occasione privilegiata per riflettere sull’importanza delle mostre come strumenti di divulgazione e di profonda valorizzazione delle scoperte archeologiche, ponendo in luce la trasformazione radicale compiuta in questi anni.Quattro anni fa, le prospettive sembravano ben diverse. Oggi, la Fondazione guarda indietro con orgoglio, testimoniando un’evoluzione sorprendente, resa possibile da un impegno collettivo che ha visto convergere istituzioni, enti e, soprattutto, un team di professionisti appassionati e altamente qualificati. L’attiva presenza di cantieri, non solo a Cabras, ma anche a Tharros, a testimonianza di un’attività incessante, e i progetti internazionali in corso, proiettano la Fondazione Mont’e Prama in un ruolo di primaria importanza nel panorama archeologico internazionale.Il Comune di Cabras, custode storico e imprescindibile del patrimonio di Mont’e Prama, ha visto nel complesso statuario un motore di sviluppo culturale ed economico, trasformando il progetto di promozione in un “laboratorio permanente” di idee e iniziative. Questa visione, lungimirante e dinamica, rappresenta un impegno costante a comunicare la ricchezza e la profondità di questa testimonianza archeologica unica al mondo. Il motto “Un viaggio lungo tremila anni” non è un semplice slogan, ma la sintesi di una narrazione millenaria che si rinnova ogni giorno, coinvolgendo la comunità locale e i visitatori provenienti da ogni angolo del globo.Il Festival dell’Archeologia ha fornito un’ulteriore vetrina per la risonanza internazionale del progetto Mont’e Prama, con la partecipazione di curatori di fama europea che hanno illustrato le principali mostre itineranti. Manfred Nawroth, del Neues Museum di Berlino, ha narrato del successo della tappa tedesca, mentre Natalia Demina, dell’Ermitage di San Pietroburgo, ha descritto la commovente accoglienza riservata ai Giganti in Russia. Paolo Giulierini, già direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha sottolineato l’impatto emotivo profondo suscitato dalla mostra partenopea, confermando come il patrimonio di Mont’e Prama sia in grado di toccare le corde più intime dell’animo umano. Carme Rovira Hortalà, del Museo d’Archeologia della Catalogna, ha concluso il ciclo di interventi esprimendo un desiderio espresso da molti: la necessità di “riportare i Giganti a casa” dopo averli ammirati a Napoli, un desiderio che si realizzerà con il loro ritorno definitivo a Cabras. L’evento ha evidenziato come il patrimonio di Mont’e Prama abbia superato i confini geografici e culturali, diventando un simbolo dell’ingegno umano e della sua capacità di creare opere d’arte capaci di resistere al tempo e di emozionare le generazioni future.
Mont’e Prama: Il Ritorno dei Giganti, un Viaggio Millenario
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