La Giunta Regionale, accogliendo la proposta dell’Assessora alla Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, ha approvato una delibera strategica che concede l’autorizzazione per l’attività estrattiva in due cave situate nel territorio di Orgosolo.
Questa decisione si configura come un passaggio cruciale per il completamento della diga di Cumbidanovu, un’opera infrastrutturale di rilevanza strategica per l’Alto Cedrino, e segna la ripresa di un progetto sospeso da decenni.
L’intervento, con un investimento regionale stimato in 2,46 milioni di euro, mira a fornire i materiali lapidei essenziali per la produzione del calcestruzzo e delle opere accessorie necessarie alla costruzione dello sbarramento.
La peculiarità di queste cave risiede nel loro carattere temporaneo: le aree di estrazione, una volta completati i lavori, saranno integralmente sommerse dalle acque dell’invaso artificiale, contribuendo così alla formazione del bacino idrico.
L’Assessora Laconi ha sottolineato l’importanza di questa delibera, definendola un segnale tangibile della ripresa di un’opera attesa con ansia da una vasta comunità di cittadini e operatori agricoli.
Autorizzare l’apertura delle cave significa non solo rendere disponibili le materie prime indispensabili per la prosecuzione dei lavori, ma anche pianificare fin da subito l’integrazione delle aree estratte all’interno del futuro invaso, ottimizzando così la destinazione delle risorse e massimizzando i benefici per il territorio.
L’obiettivo primario è la realizzazione definitiva della diga, un’infrastruttura vitale per l’agricoltura, la gestione sostenibile delle risorse idriche e lo sviluppo socio-economico della regione.
Il progetto della diga di Cumbidanovu, concepito negli anni Settanta, rappresenta una risposta strutturale alla crescente domanda di risorse idriche per l’irrigazione dei terreni agricoli di Orgosolo, Oliena, Nuoro, Dorgali, Orune e Lula.
La sua realizzazione consentirà di irrigare vasti comprensi agricoli, incrementando la produttività e garantendo la sicurezza idrica di un’area significativa.
Interruzioni precedenti, come quella causata dagli eventi atmosferici estremi del ciclone Cleopatra nel 2013, hanno rallentato il progresso dell’opera, ma l’attuale autorizzazione alle cave segna una svolta definitiva verso il completamento.
La procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è stata conclusa con l’esclusione dalla procedura ordinaria, ma ciò non ha comportato una rinuncia alla tutela ambientale.
Al contrario, sono state definite precise prescrizioni volte a garantire la salvaguardia del suolo, delle risorse idriche, del paesaggio e a minimizzare gli impatti acustici.
Un piano di monitoraggio ambientale, rigoroso e continuo, sarà implementato per assicurare il rispetto di tali prescrizioni.
I lavori di estrazione devono essere completati entro un termine di cinque anni dalla pubblicazione della delibera, sotto la vigilanza e il controllo degli enti territoriali competenti, garantendo la massima trasparenza e responsabilità nell’esecuzione dell’opera.
Questo approccio integrato mira a bilanciare le esigenze dello sviluppo infrastrutturale con la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del territorio.