Un quadro preoccupante emerge dall’analisi dei flussi finanziari destinati agli enti locali sardi, frutto di una collaborazione che, seppur riconosciuta dallo Stato, si rivela inefficace e progressivamente ridimensionata.
I dati, elaborati dal Centro Studi Enti Locali, evidenziano un drastico declino nell’erogazione di contributi derivanti dal recupero dell’evasione fiscale, con impatti tangibili sulle capacità di investimento e di gestione dei comuni isolani.
Nel corso del 2025, solo nove comuni sardi hanno beneficiato di incentivi finanziari legati alla segnalazione di evasori fiscali, incassando complessivamente una somma esigua di 8.396 euro, una cifra che riflette una contrazione significativa rispetto agli anni precedenti.
Questa cifra, apparentemente modesta, assume una rilevanza maggiore se considerata nel contesto di un sistema che dovrebbe premiare l’impegno locale nella lotta all’illegalità fiscale.
L’andamento storico dei finanziamenti, esaminato a partire dal 2009, rivela una tendenza al ribasso, con picchi nel 2021 e 2022 per poi precipitare nel 2025.
Nel 2021, 5 comuni avevano visto accreditati 38.404 euro; nel 2022, 6 comuni avevano incassato 22.398 euro; mentre nel 2023, 7 comuni avevano ottenuto 10.829 euro.
La diminuzione del 22% tra il 2024 e il 2025 appare significativa, ma è il confronto con i dati del 2021 (anno fiscale) che restituisce l’immagine più drammatica: una flessione complessiva del 78%, con una perdita di ben 30.008 euro.
Questo quadro solleva interrogativi cruciali sull’efficacia del meccanismo di incentivazione previsto dallo Stato, che attualmente riconosce ai comuni il 50% delle maggiori somme riscosse grazie alle loro segnalazioni.
Diversi fattori potrebbero contribuire a questa diminuzione: una riduzione dell’evasione fiscale accertata, una minore propensione dei comuni a dedicare risorse alla segnalazione, una modifica dei criteri di calcolo dei contributi o, infine, un cambiamento nella politica nazionale di finanziamento degli enti locali.
L’analisi non si limita a un mero dato numerico, ma suggerisce una riflessione più ampia sulla governance finanziaria del territorio sardo e sulla necessità di rafforzare il ruolo attivo dei comuni nella lotta all’evasione fiscale.
È imperativo che le istituzioni nazionali e regionali collaborino per individuare le cause di questa flessione e per definire strategie volte a incentivare la partecipazione dei comuni, garantendo al contempo una maggiore trasparenza e prevedibilità dei finanziamenti.
La diminuzione dei contributi non solo limita la capacità di investimento dei comuni, ma rischia anche di compromettere la fiducia nelle istituzioni e di minare il tessuto sociale ed economico del territorio.






