L’analisi del quadro economico nazionale rivela una problematica cruciale: un onere fiscale gravoso che incide in maniera sproporzionata sul reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
A Cagliari, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha denunciato una situazione che lo pone al di sopra degli standard europei, evidenziando una pressione fiscale che sta erodendo il potere d’acquisto di ampie fasce della popolazione.
Il fenomeno, accentuato dall’inflazione degli ultimi anni, ha determinato un incremento di circa 24 miliardi di euro di Irpef prelevata da lavoratori e pensionati tra il 2022 e il 2024.
Questa discrepanza, definita con giustizia come “drenaggio fiscale”, si manifesta con un aumento del lordo che non si traduce in un corrispondente incremento del netto, penalizzando direttamente il reddito disponibile.
La richiesta della CGIL è chiara e urgente: la restituzione di queste risorse, equivalenti a una media di 1000 euro per persona, rappresenta un imperativo di giustizia sociale e un segnale di attenzione verso le fasce più vulnerabili della popolazione.
Oltre alla restituzione immediata, Landini ha sottolineato la necessità di introdurre meccanismi di rivalutazione automatica delle detrazioni e degli scaglioni di reddito.
Questa misura, cruciale per prevenire il ripetersi di tali anomalie, garantirebbe una maggiore equità e trasparenza nel sistema fiscale, evitando che l’inflazione continui a erodere il potere d’acquisto dei cittadini.
La riflessione si estende poi al tema dell’occupazione, un altro nodo cruciale per il futuro del Paese.
La CGIL evidenzia come l’Italia, nonostante gli sforzi, continui a presentare livelli di occupazione inferiori rispetto alla media europea, con particolare riferimento ai giovani e alle donne.
Un dato allarmante è l’aumento dell’occupazione tra i lavoratori over 50, un sintomo di un mercato del lavoro rigido che impedisce il ricambio generazionale e ostacola l’ingresso dei giovani.
La denuncia si focalizza poi sull’incompleta riforma del sistema pensionistico.
Promesse di abolizione della legge Fornero sono rimaste in gran parte disattese, con il risultato di posticipare l’età pensionabile e di limitare le opportunità di accesso alla pensione per le nuove generazioni.
La CGIL ritiene che questo rappresenti un problema strutturale che necessita di una soluzione politica coraggiosa e lungimirante, volta a garantire un futuro pensionistico dignitoso per tutti.
La mancata risoluzione di questo nodo rischia di acuire le disuguaglianze sociali e di compromettere il benessere delle nuove generazioni.