Il tavolo di confronto indetto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha delineato uno scenario complesso e tutt’altro che incoraggiante per il futuro di Portovesme Srl e dell’intera area industriale del Sulcis.
L’assenza di interesse da parte di operatori privati disposti a investire nell’azienda, confermata durante l’incontro, riflette una combinazione di fattori strutturali e contingenti che pesano sul potenziale attrattivo del sito.
Il segretario della Filctem-Cgil del Sulcis, Emanuele Madeddu, ha espresso chiaramente come i costi energetici, intrinsecamente elevati in una realtà industriale di queste dimensioni e localizzazione, rappresentino un ostacolo significativo.
A questi si aggiungono le dimensioni stesse dell’azienda, che richiedono investimenti di portata considerevole, rendendola meno appetibile rispetto ad altre opportunità di sviluppo.
La perdita di tempo accumulata negli ultimi dieci mesi è definita da Madeddu come un “fatto compiuto”, sottolineando la frustrazione e l’incertezza che gravano sui lavoratori e sulla comunità.
L’unica consolazione, per quanto limitata, risiede nella conferma del progetto litio, pur senza una cronoprogrammazione precisa e vincolata all’esito del complesso iter autorizzativo che lo precede.
Questo progetto, concepito come un volano per la riqualificazione industriale del Sulcis, rimane al momento sospeso in una fase di attesa e valutazioni.
L’assenza di investitori privati evidenzia una difficoltà più ampia: la capacità di attrarre capitali in un contesto industriale caratterizzato da costi elevati, complessità burocratiche e una percezione di rischio ancora elevata.
La dipendenza da un singolo progetto, il litio, accentua la vulnerabilità del territorio e rende necessario diversificare le strategie di sviluppo.
La proroga della produzione nello stabilimento di San Gavino fino al 2026, pur essendo un segnale positivo nel breve termine, non risolve il problema di fondo: la necessità di un piano industriale robusto e sostenibile che possa garantire la ripresa economica del Sulcis e la tutela dell’occupazione, al di là della sola prospettiva del litio.
L’incontro al MIMIT, in definitiva, ha messo in luce la fragilità di un modello industriale eccessivamente dipendente da un singolo progetto e la pressante necessità di un approccio strategico e lungimirante per il futuro dell’area.