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mercoledì 19 Novembre 2025

Autonomia Sardegna a rischio: legge militare in contrasto con lo Statuto.

L’Autonomia Regionale e le Aree Militari: Una Proposta di Legge a Rischio di Compromesso per la SardegnaUna controversa proposta di legge nazionale, attualmente in discussione presso la Commissione Difesa alla Camera dei Deputati, rischia di intaccare profondamente l’autonomia e le prerogative della Regione Sardegna in materia di tutela ambientale e paesaggistica.
L’iniziativa, promossa da Paola Chiesa (Fdi), mira a centralizzare la competenza in materia di difesa e sicurezza nazionale, subordinando l’applicazione delle leggi regionali in materia ambientale e paesaggistica alle esigenze della Difesa e al previo assenso dello Stato Maggiore.

L’effetto concreto di tale disposizione sarebbe il blocco de facto di qualsiasi intervento legislativo regionale volto a regolamentare l’impatto ambientale di strutture militari quali poligoni, basi e centri di stoccaggio.
L’assessore regionale Francesco Spanedda definisce la proposta un tentativo esplicito di eludere le protezioni regionali, violando l’essenza dello Statuto Speciale di autonomia.

In sostanza, si creerebbe un meccanismo per neutralizzare le leggi locali, invocando la “sicurezza nazionale” come giustificazione per aggirare gli strumenti di pianificazione territoriale e controllo ambientale.
La Regione Sardegna ha una lunga storia di conflitti con lo Stato in merito a questioni territoriali e ambientali, e ha ripetutamente dimostrato la capacità di difendere i propri diritti.

Il principio fondamentale sancito dallo Statuto Speciale, secondo cui i beni non più utilizzati per le funzioni statali originarie ritornano alla Regione, rappresenta un diritto imprescindibile.

L’idea di assimilare le aree militari a siti industriali dismessi, inclusa la possibilità di destinarle a produzioni energetiche rinnovabili senza adeguate prescrizioni ambientali, è percepita come una forzatura ingannevole e potenzialmente dannosa.

La reazione dalla maggioranza di centrosinistra è stata immediata e veemente.
Si teme che, in un’ottica di centralizzazione delle competenze, la Regione possa trovarsi impacciata nell’opporsi a decisioni potenzialmente deleterie, come l’eventuale collocazione di depositi di scorie nucleari o centrali nucleari all’interno di aree militari.

Il consigliere pentastellato Gianluca Mandas ha lanciato un appello pubblico ai consiglieri regionali del partito di Giorgia Meloni, esortandoli a ritirare la proposta di legge.
Anche Sinistra Futura ha espresso forte preoccupazione, sottolineando l’ironia della situazione: mentre si promuove una maggiore autonomia per le regioni settentrionali, si tenta contemporaneamente di erodere le prerogative di regioni come la Sardegna, che subisce un impatto diretto e significativo a causa della presenza di basi militari.
La questione solleva interrogativi cruciali sul futuro delle autonomie regionali e sul delicato equilibrio tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela del patrimonio ambientale e culturale.
La vicenda mette in luce la necessità di un dialogo costruttivo e di un’interpretazione attenta dello Statuto Speciale per garantire che le esigenze di sicurezza non vadano a scapito dei diritti e delle prerogative delle comunità locali.

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