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Cagliari

Suicidio assistito in Sardegna: la CEI esprime rammarico e chiede riflessione.

L’approvazione in Sardegna della legge sul suicidio medicalmente assistito suscita profonda preoccupazione e rammarico da parte del Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e Arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi.
Questa decisione, pur nel contesto di un dibattito complesso e doloroso, solleva interrogativi etici e morali di primaria importanza, evidenziando la necessità di una riflessione più ampia a livello nazionale.

La CEI, nella sua costante attenzione alla tutela della vita umana, ribadisce con forza che l’esistenza, fin dal suo concepimento, è un dono inestimabile che trascende ogni calcolo utilitaristico e non può essere oggetto di valutazioni che la sminuiscano.

L’auspicio del Preside della CEI è che questo atto regionale possa stimolare un confronto costruttivo, superando polarizzazioni ideologiche e strumentalizzazioni che spesso offuscano la complessità della questione.
La vera sfida non risiede nell’agevolare l’accesso alla morte, ma nel rafforzare il sistema di supporto e cura per chi soffre, garantendo una rete di assistenza integrata che abbracci ogni aspetto della persona, sia fisico che psicologico e spirituale.

La prospettiva cristiana, fondata sul valore intrinseco di ogni individuo, impone un impegno costante a favore di chi si trova ad affrontare la sofferenza, con particolare attenzione alle persone più vulnerabili e ai loro familiari.
Questo significa investire in cure palliative di alta qualità, accessibili a tutti, promuovere la ricerca medica e l’innovazione tecnologica, sostenere le famiglie e i caregiver, e offrire un ascolto empatico e una presenza consolante a chi si sente solo e disperato.
La Chiesa, come comunità di amore e di speranza, intende continuare a svolgere il proprio ruolo di sentinella, denunciando ogni forma di violenza e di ingiustizia, e offrendo una risposta concreta alle esigenze del mondo.
Ciò si traduce in un impegno concreto a favore della vita, attraverso iniziative di prossimità, di sensibilizzazione e di formazione, volte a promuovere una cultura della solidarietà e della compassione.
Monsignor Baturi, con profonda convinzione, esorta a non perdere di vista il senso più autentico dell’umanità, che si manifesta nella capacità di accogliere, di comprendere, di accompagnare chi soffre, senza giudizio e senza pregiudizi.

La dignità umana, intrinseca e inviolabile, non può essere compromessa da scelte individuali che, pur comprensibili, rischiano di sminuire il valore della vita stessa.

La sfida è quella di costruire una società più giusta e più umana, capace di offrire a tutti una speranza concreta e un futuro dignitoso.

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