L’arrivo di Gianluca Belotti al Cagliari, descritto dal direttore sportivo Guido Angelozzi come un’inattesa e fortuita convergenza di volontà, rivela un mercato rossoblù strutturato attorno a una pianificazione di riserva attivata dall’inaspettata cessione di Zortea e Piccoli.
L’operazione, nata come piano B per l’attacco, si è concretizzata grazie all’entusiasmo del giocatore e a riscontri positivi sulla sua professionalità e dedizione, paragonata a quella del talentuoso Belardi del Sassuolo, nonostante l’età di 31 anni.
Angelozzi ha sottolineato come l’età non sia un limite per un attaccante di valore, citando esempi di giocatori affermati come Lukaku e Vardy, e difendendo la scelta di Belotti, al di là delle difficoltà incontrate nelle ultime stagioni con Roma e Fiorentina.
La decisione di optare per un prestito secco, inizialmente osteggiata dalla linea strategica del club, è stata giustificata dalla necessità di acquisire un giocatore versatile, capace di ricoprire diversi ruoli nel reparto offensivo e dalla sua indiscussa qualità, testimoniata anche dall’interesse passato dell’Atalanta, che aveva rifiutato offerte da venti milioni di euro.
L’operazione si inserisce in un mercato complessivo che ha visto il Cagliari muoversi con attenzione e ambizione, come dimostra l’ingaggio di Ze Pedro, reduce dal Mondiale per club, e di Rodriguez, un prospetto seguito a lungo anche in Sud America.
La cessione di Piccoli, oggetto di forte concorrenza da parte delle prime quattro squadre di Serie A e da club esteri, ha visto il presidente innalzare la cifra richiesta, testimoniando la sua determinazione a non cederlo.
Il direttore generale, Stefano Melis, ha poi inquadrato il mercato in una prospettiva più ampia, sottolineando come l’obiettivo sia stato costruire una squadra equilibrata, un mix di esperienza, identità locale e giovani promesse, in un contesto economico e strategico particolarmente complesso.
L’operazione Belotti, quindi, rappresenta un tassello fondamentale di questo progetto, un colpo inaspettato che potrebbe infondere nuova linfa vitale al Cagliari e contribuire a raggiungere gli ambiziosi obiettivi stagionali.
La sua presenza non è solo un rinforzo tecnico, ma anche un segnale di ambizione e di capacità di sorprendere, un elemento distintivo in un panorama calcistico sempre più competitivo.