Leonardo Pavoletti, capitano sardo e veterano della Serie A, si appresta a vivere una stagione carica di significato, consapevole della fragilità del corpo e desideroso di onorarla al meglio.
A 37 anni, l’attaccante livornese si interroga sul futuro, delineando un percorso che lo vede proiettato verso il mantenimento di un legame profondo con il mondo del calcio, ma lontano dagli schemi tradizionali di allenatore.
“Il mio futuro? Mi vedo più che altro in ruoli gestionali, come direttore sportivo.
Il calcio è la mia essenza, un universo in cui mi sento a casa”, confida Pavoletti dal ritiro del Cagliari a Ponte di Legno.
L’intervento di pulizia al ginocchio ha lasciato sensazioni incoraggianti, un segnale positivo per affrontare la nuova stagione, anche se la consapevolezza dei limiti fisici resta una costante.
“Il corpo parla, certo, ma le sensazioni attuali sono buone”, ammette, sottolineando come la longevità di una carriera sia un equilibrio delicato tra impegno, ascolto del proprio corpo e resilienza.
L’avvento di Fabio Pisacane sulla panchina del Cagliari aggiunge un elemento di novità e di fiducia.
La dinamica tra l’esperto Pavoletti e il giovane allenatore si configura come un ponte tra passato e futuro, un’opportunità di scambio e crescita reciproca.
“Chiamare mister Pisacane è strano, ma gratificante.
Trasmette entusiasmo e idee chiare, è una ventata di freschezza che stimola tutti”, afferma Pavoletti, evidenziando l’importanza di un rapporto di fiducia tra giocatori e allenatore come fattore determinante per il successo di una squadra.
Il ritiro, in questo senso, si rivela un momento propizio per la costruzione di un’identità di squadra solida e condivisa, un’occasione per rafforzare i valori che da anni contraddistinguono il Cagliari.
“Abbiamo creato un gruppo con delle regole precise, trasmettendo ai giovani cosa significhi rappresentare questa maglia.
È fondamentale che i ragazzi comprendano l’importanza dell’eredità che stanno ricevendo”, sottolinea Pavoletti, sottolineando il ruolo di guida e mentorship che il capitano assume nei confronti dei più giovani.
Tra i nuovi talenti, l’attenzione si concentra su Simone Piccoli, individuato come potenziale leader.
“Vedo in lui una grande motivazione.
Gli ho suggerito di affrontare quest’anno da protagonista, per confermare le sue qualità e diventare un punto di riferimento per la squadra”, spiega Pavoletti, riconoscendo il talento e il potenziale del giovane attaccante.
Accanto a lui, anche Borrelli, un prospetto interessante, ma ancora in fase di rodaggio: “Ha un potenziale fisico notevole, sta affrontando il ritiro con la giusta mentalità.
Per noi veterani, i primi giorni sono sempre una prova di resistenza, ma con il duro lavoro arriveremo alla piena forma.
“In definitiva, Leonardo Pavoletti si appresta a vivere una stagione all’insegna dell’esperienza, della leadership e della trasmissione di valori, consapevole del suo ruolo di pilastro all’interno di un gruppo in evoluzione e proiettato verso il futuro, mantenendo sempre viva la passione per il calcio che lo anima.