Il dibattito sulla riforma dello sport in Italia riprende la sua corsa parlamentare lunedì, con il nuovo decreto legislativo che si appresta a rientrare nell’agenda di Camera e Senato.
Un provvedimento che, come sottolineato dal Ministro per lo Sport e il Giovani, Andrea Abodi, durante l’evento “Sport, Crescita e Sviluppo” a Cagliari, legato alla prima edizione del Trofeo Gigi Riva, ambisce a ridefinire il concetto stesso di sportività nazionale, estendendone l’influenza ben oltre i confini delle competizioni di élite.
Il decreto non si limita a considerare la dimensione performativa, l’aspirazione alla vittoria e il desiderio di eccellere nei palcoscenici internazionali, sebbene questi aspetti rimangano elementi imprescindibili.
Piuttosto, esso pone l’accento su una visione più ampia e inclusiva, volta a democratizzare l’accesso allo sport e a promuoverne i benefici educativi e sociali in ogni fascia d’età e in ogni contesto territoriale.
L’obiettivo primario è quello di abbattere le barriere che ancora impediscono a molti giovani, soprattutto quelli residenti in aree marginali o in situazioni di svantaggio socio-economico, di praticare attività sportiva in modo regolare e strutturato.
Si tratta di un’inversione di rotta rispetto a modelli prevalentemente elitari, che rischiano di escludere ampie fasce della popolazione.
Il decreto, pertanto, intende valorizzare il ruolo dello sport come strumento di coesione sociale, di inclusione e di riscatto personale.
Si intende, in tal senso, recuperare i valori che hanno contraddistinto figure emblematiche dello sport italiano come Gigi Riva, incarnazione di lealtà, modestia e integrità.
Questi principi, spesso dimenticati nel mondo dello sport contemporaneo, rappresentano un patrimonio culturale da preservare e da trasmettere alle nuove generazioni.
Il provvedimento, quindi, si propone di rafforzare la collaborazione tra istituzioni sportive, scuole, università e associazioni del territorio, creando sinergie volte a sviluppare progetti innovativi e a promuovere una cultura sportiva basata sull’etica, il rispetto delle regole e la sana competizione.
L’attenzione non si concentra solo sull’aspetto fisico, ma anche e soprattutto sulla formazione del carattere, sull’acquisizione di competenze trasversali e sulla promozione di stili di vita sani e attivi.
Si auspica, inoltre, un ripensamento dei modelli di finanziamento e di governance del sistema sportivo nazionale, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, equità e sostenibilità.
Il decreto dovrebbe contemplare misure concrete per incentivare l’attività sportiva nelle scuole di ogni ordine e grado, promuovendo l’introduzione di nuove discipline e l’aggiornamento delle infrastrutture.
Parallelamente, si intende sostenere le società sportive giovanili e le iniziative volte a favorire l’accesso allo sport per persone con disabilità o con esigenze particolari.
L’obiettivo finale è costruire un sistema sportivo più equo, inclusivo e capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, contribuendo alla crescita sociale ed economica del Paese.