17 agosto 2024 – 02:33
Carlo Calenda, ex Ministro dello Sviluppo Economico, ha recentemente espresso la sua opinione sul concetto di ius scholae. Mentre si trovava in vacanza ad Efeso, luogo dove l’apostolo Paolo ha predicato, Calenda ha riflettuto sulla figura di Paolo, ebreo di Tarso ma cittadino romano. Questa dualità identitaria ha portato Calenda a considerare il significato profondo della cittadinanza romana e del suo allargamento.I romani dell’antichità avevano compreso un principio fondamentale: estendere la cittadinanza significava non solo rafforzare la propria comunità, ma anche diffondere i valori e le tradizioni che li caratterizzavano. Questo concetto di inclusione e apertura verso nuovi membri era parte integrante della visione romana del mondo.Calenda, richiamando questo antico insegnamento romano, sottolinea l’importanza di una cittadinanza che vada oltre i confini nazionali e che abbracci la diversità culturale e sociale. Per lui, il ius scholae rappresenta non solo un diritto formale all’istruzione, ma anche un simbolo di apertura mentale e dialogo interculturale.In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, le parole di Carlo Calenda ci ricordano l’importanza di valorizzare le differenze come fonte di arricchimento reciproco. La cittadinanza non dovrebbe essere un mero status legale, ma piuttosto un impegno attivo verso la costruzione di una società inclusiva e solidale.