Il sipario si chiude sulla ventinovesima edizione del Festival Nazionale del Teatro Popolare e della Tradizione, un evento che ha risuonato nel cuore di Campobasso, al parco Eduardo De Filippo, lasciando un’eco di passioni condivise e un bilancio denso di significato.
Lungi dall’essere una mera rassegna, il Festival si è confermato un pilastro culturale dell’estate campobassana, un punto di riferimento imprescindibile per il territorio e un antidoto efficace contro la crescente frammentazione sociale.
Quest’anno, il Festival ha celebrato un traguardo importante: i trent’anni di attività dell’associazione “Il Nostro Quartiere San Giovanni”, un’istituzione che ha saputo costruire un ponte tra la tradizione popolare e l’innovazione artistica.
In segno di riconoscenza e per ampliare l’offerta culturale, il cartellone è stato arricchito con un programma articolato, che ha visto l’alternarsi di sei rappresentazioni teatrali, un concerto suggestivo di Arakne Mediterranea, un incontro stimolante con il giornalista Domenico Iannacone e un dibattito corale con i sindaci che hanno segnato l’evoluzione amministrativa della città negli ultimi trent’anni.
Questa sinergia tra arte, giornalismo e politica ha contribuito a creare un’esperienza culturale più ampia e partecipativa, capace di coinvolgere diversi strati della popolazione.
“Il Festival è cresciuto nel tempo, affinando la sua identità e consolidando il suo ruolo di collante sociale,” afferma Carmen Gioia, presidente dell’associazione, sottolineando come l’evento rappresenti un’occasione preziosa per contrastare l’isolamento che caratterizza sempre più le nostre società contemporanee, un isolamento alimentato dalla digitalizzazione e dalla perdita di spazi di aggregazione reale.
La presenza di oltre cinquemila spettatori testimonia la vitalità del Festival e la sua capacità di rispondere alle esigenze culturali del territorio.
Il successo di questa edizione non è solo misurabile in termini di affluenza, ma anche nella capacità di aver creato un dialogo costruttivo tra le generazioni, valorizzando il patrimonio culturale immateriale e promuovendo la conoscenza della storia locale.
La rassegna ha rappresentato un’opportunità per riflettere sulle sfide del presente e immaginare un futuro più coeso e resiliente.
L’associazione si proietta ora verso il futuro, animata dalla passione e dalla consapevolezza del ruolo fondamentale che il teatro popolare può svolgere nella costruzione di una comunità più consapevole e partecipativa, un luogo dove la memoria si intreccia con la speranza e l’arte si fa strumento di crescita e di cambiamento.
Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che, con il loro impegno e la loro dedizione, hanno contribuito a rendere possibile questa straordinaria avventura culturale.