Colli a Volturno, un borgo sospeso tra cielo e terra nel cuore del Molise, evoca immagini di sonnolenza e quiete a chi lo osserva da lontano.
L’illusione è fugace.
Il panorama, sebbene suggestivo, non rende giustizia alla vivace anima che pulsa nel cuore di questa comunità, un’identità forgiata da un intreccio inaspettato di storia, economia e un’eco lontana, ma persistente, della capitale francese.
Il soprannome “Piccola Parigi” non è una mera curiosità folkloristica, ma il risultato di un percorso storico complesso e affascinante.
Per comprendere appieno il significato di questa denominazione, è necessario abbandonare la prospettiva distante e immergersi nel tessuto urbano e sociale del paese, dove l’influenza parigina si manifesta in un caleidoscopio di dettagli.
Nel corso dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento, Colli a Volturno si ergeva come un centro nevralgico per l’intera Valle del Volturno, grazie alla presenza di una centrale idroelettrica che ne permise l’illuminazione pubblica, un primato condiviso con poche altre realtà italiane.
Questo impulso tecnologico favorì un’impennata di attività commerciali e artigianali, in particolare nel settore tessile e calzaturiero.
Le vetrine dei negozi, adornate da abiti eleganti, cappelli raffinati e cappotti impeccabili, ricordavano le boutique di Parigi, alimentando un’associazione culturale che avrebbe poi assunto contorni sempre più definiti.
L’importanza economica di Colli a Volturno si riflette anche nella presenza di istituzioni finanziarie come una filiale della Rinascente e una del Banco di Napoli, oltre che in una fiorente industria calzaturiera che riforniva persino la famiglia reale.
L’omaggio alla Regina Elena, consorte di Vittorio Emanuele III, con una strada dedicata, testimonia la sua influenza e l’attenzione riservata alla comunità locale, culminata in un gesto di clemenza per un ciabattino del paese.
L’apertura della prima Scuola d’Infanzia fuori da Roma, gestita dalle suore orsoline, sottolinea ulteriormente l’importanza sociale e culturale di Colli a Volturno.
Il legame con la Francia si consolida durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il generale Charles De Gaulle, in visita nel 1944, fu testimone di un passaggio di consegne cruciale tra il Corpo di Spedizione Francese e il Corpo Italiano di Liberazione.
Commosso dall’atmosfera e dall’organizzazione del luogo, De Gaulle esclamò di sentirsi come se fosse a Parigi, sancendo così l’identità unica di Colli a Volturno come la sua “Piccola Parigi”.
Oggi, il borgo onora questa eredità con un omaggio tangibile: una riproduzione in scala del monumento all’ombra della Tour Eiffel, che illumina il paese durante le festività natalizie.
Più che una semplice attrazione turistica, questo simbolo rappresenta l’orgoglio di una comunità che ha saputo trasformare un incontro fortuito in un’identità distintiva, un ponte culturale tra due nazioni e un’ode alla resilienza e all’ingegno di un piccolo borgo molisano.
La “Piccola Parigi” non è solo un nome, ma un modo di vivere, un invito a scoprire un tesoro nascosto nel cuore dell’Italia.






