L’operazione, culminata con l’arresto di un giovane proveniente dal Lazio, ha interrotto un tentativo di contrabbando all’interno del carcere di Campobasso, sollevando interrogativi sulla vulnerabilità delle infrastrutture penitenziarie e sulla persistente capacità di individui esterni a eludere i controlli.
L’azione, pianificata e realizzata in un contesto di apparente normalità, mirava a introdurre materiali di contrabbando destinati a detenuti, smascherando una rete di collegamenti esterni che si estende oltre le mura della città.
Il giovane, dopo essersi introdotto a Campobasso, ha agito con una apparente sicurezza, avvicinandosi alle mura del penitenziario di via Cavour e procedendo a lanciare i pacchi.
L’azione, tuttavia, non è rimasta impunita.
L’attività di sorveglianza, condotta dalla polizia penitenziaria all’interno del carcere, ha immediatamente rilevato la presenza degli oggetti lanciati.
Parallelamente, i carabinieri del Radiomobile, grazie a una risposta tempestiva e coordinata, sono riusciti a identificare e bloccare il responsabile.
I pacchi recuperati contenevano un quantitativo significativo di hashish – due panetti per un peso totale di cento grammi – un dispositivo di comunicazione mobile, un telefono cellulare, e una cuffia auricolare, oggetti chiaramente destinati a facilitare la comunicazione clandestina e ad alimentare dinamiche illegali all’interno dell’istituto penitenziario.
L’accaduto pone l’attenzione sulla necessità di rafforzare i protocolli di sicurezza, non solo per quanto riguarda i controlli fisici ma anche per la sorveglianza ambientale e l’analisi dei flussi di persone e merci.
La rapida e efficace collaborazione tra i carabinieri e la polizia penitenziaria ha giocato un ruolo cruciale nella risoluzione dell’evento.
Questa sinergia operativa, resa possibile da una comunicazione fluida e da una condivisione immediata delle informazioni, ha permesso di ricostruire l’intera sequenza degli eventi e di acquisire prove video-fotografiche che hanno portato all’identificazione del responsabile.
L’arresto, eseguito dopo le formalità di rito, assume un significato simbolico: il giovane si è trovato a scontare la sua detenzione all’interno dello stesso carcere che aveva tentato di aggirare, un monito per chiunque tenti di compromettere la sicurezza e la legalità all’interno del sistema penitenziario.
L’episodio evidenzia l’importanza di investire in tecnologie avanzate, in formazione specializzata per il personale e in strategie di prevenzione per contrastare in modo efficace i tentativi di introduzione di oggetti proibiti e di mantenere un ambiente sicuro e controllato all’interno delle carceri.






