Il Molise, terra tradizionalmente celebrata per la sua abbondanza idrica, si trova oggi a fronteggiare una paradossale crisi.
L’emergenza, che si manifesta con sospensioni temporanee dell’erogazione in diversi comuni, non è semplicemente un deficit quantitativo, ma un campanello d’allarme che suona forte sulle dinamiche di consumo, dispersione e gestione delle risorse idriche.
La percezione di una regione “ricca d’acqua” rischia di mascherare fragilità strutturali e modelli di utilizzo insostenibili.
Il recente rapporto “Ecosistema Urbano” di Legambiente, elaborato in collaborazione con Il Sole 24 Ore, offre uno sguardo più approfondito su questo scenario complesso.
I dati presentati rivelano un divario significativo tra i consumi pro caposte nelle principali città molisane.
Campobasso, con una media di 149 litri di acqua potabile al giorno per abitante, si posiziona in una situazione di allarme, quasi raddoppiando il consumo di Isernia, che si attesta a 69 litri.
Questa disparità non può essere interpretata isolatamente; suggerisce differenze profonde nelle infrastrutture, nelle abitudini dei cittadini, e nell’efficacia delle politiche di sensibilizzazione.
Al di là dei consumi diretti, il rapporto evidenzia un altro indicatore critico: il tasso di dispersione.
Campobasso registra una percentuale di acqua persa tra l’immissione nelle reti e il consumo effettivo pari al 63,6%, un valore che riflette inefficienze significative nella rete idrica, perdite per rotture, furti o deprivazioni.
Isernia, con un tasso del 45,9%, mostra una gestione leggermente migliore, sebbene anche questa percentuale rimanga elevata e richiami urgentemente interventi mirati.
L’analisi di questi dati, tuttavia, va oltre la mera constatazione numerica.
Essa inquadra un problema di governance e pianificazione a lungo termine.
La crisi attuale non è solo una questione di siccità stagionale, ma è l’esito di decenni di investimenti insufficienti nella manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture idriche, di una mancanza di consapevolezza diffusa sull’importanza della risorsa e di una regolamentazione spesso inadeguata.
È imperativo che la regione Molise abbracci un approccio olistico per affrontare questa emergenza.
Ciò implica non solo interventi immediati per ridurre le perdite e garantire l’erogazione idrica, ma anche un ripensamento radicale delle politiche di gestione delle risorse, promuovendo l’adozione di tecnologie innovative per il monitoraggio delle reti, incentivando pratiche di consumo responsabile tra i cittadini, e investendo in campagne di sensibilizzazione per promuovere una cultura della sostenibilità ambientale.
La sfida è trasformare la percezione del Molise da “terra d’abbondanza” a “territorio virtuoso nella gestione responsabile delle proprie risorse idriche”.
Solo attraverso un cambiamento profondo e condiviso sarà possibile garantire un futuro idrico sicuro e sostenibile per le generazioni a venire.








