La frammentazione e la progressiva erosione del sistema sanitario regionale molisano dipendono da una problematica strutturale e pluridecennale: la carenza endemica di personale medico.
Questo fenomeno, lungi dall’essere una mera questione numerica, rivela una più profonda crisi di attrattività del servizio pubblico, che si manifesta con difficoltà nel trattenere professionisti esperti e, soprattutto, con la scarsa propensione dei giovani laureati a intraprendere una carriera all’interno del Sistema Sanitario Regionale (SSR).
La situazione non è un’anomalia locale; riflette tendenze nazionali, ma in Molise, a causa delle dimensioni ridotte e delle specifiche criticità territoriali, si amplifica con conseguenze tangibili sulla qualità dell’assistenza e sulla sostenibilità del sistema stesso.
La percezione diffusa di condizioni lavorative gravose, di stipendi non competitivi rispetto ad altre regioni o al settore privato, e di una limitata possibilità di crescita professionale, rappresentano un deterrente significativo per i giovani medici.
In questo contesto, l’Università del Molise emerge come un attore potenzialmente cruciale per invertire la rotta.
Il Rettore, Giuseppe Vanoli, sottolinea correttamente l’importanza di un approccio strategico che veda l’istituzione accademica non solo come produttrice di competenze, ma anche come catalizzatore di talenti per il SSR.
La capacità di attrarre studenti motivati e di orientare le loro scelte professionali verso la sanità pubblica molisana, attraverso programmi di tutoraggio mirati, tirocini formativi di qualità e, soprattutto, la creazione di percorsi di specializzazione incentivanti, rappresenta una leva fondamentale.
Tuttavia, l’azione dell’Università non può essere sufficiente a sé stante.
È imperativo un cambio di paradigma a livello regionale, che coinvolga la Regione Molise, le ASL e gli Ordini professionali.
Questo implica un investimento significativo in infrastrutture e tecnologie sanitarie, un ripensamento dei modelli organizzativi per favorire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata dei medici, e una politica di incentivazione economica che riconosca il valore del servizio pubblico.
Si tratta di un impegno complesso che richiede una visione a lungo termine, una governance efficace e una forte collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.
Solo in questo modo sarà possibile non solo colmare il gap di personale medico, ma anche restituire al SSR molisano la sua attrattività, garantendo ai cittadini un servizio sanitario di qualità e sostenibile nel tempo.
La sfida è ardua, ma imprescindibile per il futuro della sanità in Molise.