L’escalation di episodi criminosi, caratterizzati da atti vandalici e furti violenti ai Postamat, ha spinto Poste Italiane a implementare misure di sicurezza drastiche nel Basso Molise, con ripercussioni significative per la comunità locale.
L’interruzione notturna del servizio di prelievo in diciotto sportelli, dalle 19:00 alle 08:30, in una vasta area geografica, rappresenta una cesura nella continuità dei servizi essenziali, privando i cittadini di un’infrastruttura cruciale per la gestione quotidiana delle proprie finanze.
La risposta di Poste, pur motivata da esigenze di prevenzione, si traduce in una riduzione dell’accessibilità a un servizio pubblico, creando un vuoto che colpisce in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione.
 La chiusura definitiva di sedi postali in diversi centri, sostituite da sportelli mobili – una soluzione temporanea e limitata – aggrava ulteriormente la situazione, generando un senso di abbandono e precarietà.
Il segretario regionale di Sinistra Italiana, Vincenzo Notarangelo, denuncia questa scelta come un esempio emblematico di come, anziché rafforzare la presenza dello Stato sul territorio, si opti per una progressiva erosione dei servizi pubblici, con conseguenze disastrose per la coesione sociale e lo sviluppo locale.
 La misura, definita una “beffa” per i cittadini, evidenzia una profonda contraddizione: la sicurezza viene perseguita a costo di penalizzare la popolazione e di favorire un clima di insicurezza.
L’emergenza furti, sebbene imponga azioni preventive, non può giustificare una risposta che si traduce in un impoverimento della vita comunitaria.
 L’interruzione del servizio, in particolare, colpisce duramente gli anziani e i residenti delle aree interne, spesso privi di alternative per raggiungere gli sportelli ancora operativi.
 La mancanza di accesso ai contanti può compromettere la loro autonomia e la loro capacità di soddisfare i bisogni primari.
La denuncia di Notarangelo si estende oltre la mera constatazione del disagio, sollecitando un cambio di paradigma nell’approccio alla sicurezza: non una risposta reattiva e punitiva, che isola le comunità e penalizza i cittadini, ma un investimento mirato nella prevenzione, attraverso il rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine e l’implementazione di sistemi di videosorveglianza avanzati.
La crisi attuale solleva interrogativi fondamentali sul ruolo dello Stato e sulla sua responsabilità nel garantire servizi essenziali a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica o dalla loro condizione sociale.
 L’appello finale è rivolto alle istituzioni regionali e ai rappresentanti del Parlamento, affinché si attivino per trovare soluzioni concrete e durature, che permettano di restituire ai cittadini del Basso Molise la tranquillità e la dignità che gli sono state sottratte, contrastando l’emarginazione e la criminalità con un’azione coordinata e lungimirante.
 La resilienza democratica si nutre della capacità di proteggere i più deboli e di assicurare un accesso equo ai servizi pubblici, non di abbandonarli al loro destino.



 
                                    


